,._ Il Cronologia della Seconda guerra mondiale" dello Stato maggiore dell'esercito delle nostre truppe viene ancora segnalato attraverso i bollettini del QG germanico." A p. 309, il 18 gennaio 1943, gli alpini italiani, "ormai isolati," sono "autorizzati a ripiegare." Dopo questa "autorizzazione" gli italiani, nella cronologia dello Stato maggiore italiano, spariscono, svaniscono, si volatilizzano. Mai sentiti nominare. Per la "campagna" del giugno 1940, sulla frontiera francese, lo Stato maggiore italiano ci fa sapere che le perdite italiane ammontarono a 624 morti, 2531" feriti, 2125 congelati (!) e 616 dispersi (p. 130). Per la gùerra di Ciano, Visconti-Prasca,. ecc., contro la Grecia, lo Stato maggiore dà 13.755 morti, 50.874 feriti, 12.368 congelati (!) e 25.067 dispersi,' da considerarsi in gran parte morti chi sa come (p. 194). Per la Russia il numero dei prigionieri e dei dispersi~ era impossibile a dare. Ma i numeri dei partiti e dei ritornati (illesi o feriti o congelati) dovevano resultare allo Stato maggiore. Perché non sono stati dati? I medici che parteciparono a quella campagna, criminosamente decisa e criminosamente condotta, vi diranno che il numero dei congelati gravissimi, gravi e meno gravi fu spaventoso. Ogni congelato è un disonore per lo Stato maggiore che non ha provveduto a prevenire quel guaio. Dall'autunno del 1943 alla primavera del 1945, si chiamarono in Italia "patrioti" coloro che erano disposti a servire nelle truppe del re come ~edeli af re. Sf chiamarono "partigiani" quelli che combattevano contro i tedeschi e_i fascisti, ma .non volevano saperne del re. Ebbene in tutta la croni~toria dello Stato maggiore italiano non si trovano che "patrioti." Né poteva essere altrimenti, dato che si trattava "per lo piu" di militari al comando di ufficiali regolari ai quali "si aggregano poi [ sic!] elementi eterogenei, prigionieri di guerra, ex condannati politici, fuoriusciti, ecc." (p. 305). Finanche quei comunisti, che fecero saltare per aria, in ·via Rasella, una compagnia di tedeschi, erano. "patrioti" che "assalirono 11 quella compagnia chi ··samai con quali armi: come sudditi. fedeli di ''S.M. il re," non stàva bene ·che lanciassero bombe fuori ordinanza. · . Dobbiamo aspettare il 18 febbr~io del 1945 per sapere che a Roma è celebrata là "giornata del partigiano, 11 nella quale il presidente del Consiglio, Bonomi; ·parla di un "movimento partigiano;, (p. 4 30). Ma il 2 maggio 1945, anche Bonomi parla di "patrioti" (p. 442), annettendo i par- _tigiani alla monarchia, come ~l gesuita padre Loriquet, scrivendo la storia della Francia sotto la Restaurazio.ne, fece passare. Napoleone come generàle del re Luigi XVII. Libri ·di questo genere, per quanto ben fatti, prese~tano ·sempre impe_rfe~ioni; e per qµ;nto mal fatti, sono sem.pre utili. Anche questa croniste~ ria pl;lÒessere utile _a chi non abbia nulla di meglio sotto mano. Ma in verità, peggio fatta di cos1 non poteva essere. Se lo Stato maggiore italiano: prepara la guerra di domani con la stessa perizia con cm ha rac- -<sontatola guerra di ieri,-Randolfo Pacciardi2 sta fresco. · 2 Allora· ministro della Difesa. [N.d;C.] Bibloteca Gino Bianco
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