Churchill e Mussolini Per l'Abissinia, Churchill dice che "il duce soverchiò colla forza della sua volontà la Società delle nazioni" - cinquanta nazioni comandate da una, cioè l'Inghilterra. - Vero fino a un certo punto. La forza di volontà del duce non fu mai messa a una vera prova, perché le sanzioni, per volontà dei conservatori inglesi - e Churchill lo sa benissimo - furono una farsa combinata fra Londra, Parigi e Roma. Mussolini giocò sempre con carte segnate, e anche quando minacciava di farsi saltare le cervella con una revolverata, sapeva che né lui né gli altri facevano sul serio, ma bisognava far credere al popolo inglese e al popolo italiano che tutti facevano sul serio. Churchill non loda Mussolini per avere fatto arrivare i treni in orario. Questa scemenza fu tante volte ripetuta da tutti gli imbecilli e le imbecilli dell'orbe terracqueo che alla fine era diventata una burla. Churchill dice solo che "molte importanti opere pubbliche furono compiute in Italia" e che "le sue grandi strade rimarranno monumento della sua grande opera." Prima di Mussolini, dunque, non c'erano state opere pubbliche in Italia, o se erano state cominciate non erano state mai compiute. Le ferrovie, che nel 1860 in Italia non esistevano quasi? L'acquedotto pugliese? Le bonifiche nella valle padana? Il porto di Genova? Mai sentiti nominare. Poteva l'Italia rimanere, per venti anni, sotto Mussolini, senza strade - grandi e piccole? "Non c'è dubbio che il regime fascista incontrò il favore di moltissimi italiani durante il periodo dei suoi successi." - Finalmente una verità. Moltissimi uomini applaudono sempre al buon successo. Ma se nell'estate del 1923 Parigi e Londra non avessero aiutato Mussolini a disbrigarsi dal ginepraio di Corfu, i successi di quell'uomo non sarebbero durati neanche un anno. I suoi successi furono dovuti piu che alle sue abilità, alla inettitudine di coloro che avrebbero potuto stroncare i suoi bluff ~ll'estero e in Italia, e non vollero mai fare sul serio. Mussolini approfittò della inettitudine altrui finché non spinse troppo in là il gioco e mise gli altri colle spalle al muro, commettendo quello che Churchill ritiene sia stato il suo solo errore, benché fatale. Churchill ci fa sapere che ancora nel 1943, quando il destino militare dell'Italia era segnato, Mussolini "sarebbe stato il benvenuto fra gli alleati." Bene saperlo. Comprendiamo cosf perché gli alleati - Washington, Londra e Mosca - non avendo potuto dare al "duce" il benvenuto nelle loro file, si dedicarono a salvare del regime fascista tutto quanto era salvabile, e con l'aiuto del Vaticano procurarono - e vi riuscirono - di dare al popolo italiano un regime che rimarrà nella storia come "il fascismo senza Mussolini." 295 BiblotecaGino Bianco
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