Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Ludwig e Mussolini possibili contro l'esistenza di Dio, la sapienza di Dio, la bontà di Dio; e l'angelo parava i colpi trionfalmente, dimostrava che il diavolo era un po• vero diavolo che non sapeva ragionare ammodo, e aveva sempre l'ultima parola. Nei suoi colloqui con Mussolini, Ludwig riservò per sé la parte del diavolo (non troppo stupidamente stupido in verità), e lasciò all'altro quella dell'angelo che aveva sempre l'ultima parola. Sapeva che di regola la gente è dell'opinione dell'ultimo che ha parlato. "Io sono forse l'unico straniero che a Palazzo Venezia ho pronunciato il nome di Matteotti" - Ludwig osava scrivere nel 1946. Aprite i Colloqui precisamente dove compare il nome di Matteotti. Prima di arrivare a questo ponte degli asini, Ludwig prepara il terreno: "Forse - dissi io - simili cose [come l'assassinio del duca di Enghien] sono conseguenza di autocrazie, dove tutto confluisce in una persona, e dove, per causa di fanatici e adulatori, avvengono cose disgraziate, contro la volontà dell'autocrate. Cos1 Lei accenna nella Sua autobiografia all'uccisione di Matteotti. Non sono simili casi piu facilmente possibili nelle dittature?" Mussolini risponde: "Delitti politici accadono altrettanto spesso negli stati democratici. Sotto Napoleone III Lei si ricorda di un caso famoso; nella repubblica francese successero molti delitti misteriosi; e se Lei guarda la giovane democrazia tedesca, Lei ne trova, nell'ultimo decennio, piu che in . 1 ,, ogm a tro paese. Ludwig non domanda al suo interlocutore se l'impero di Napoleone III fosse giust'appunto una democrazia; quale delitto "misterioso" egli attribuisca alla repubblica francese, e se l'assassinio di Matteotti commesso di pieno giorno da persone bene individuate in una città come Roma sia stato un delitto misterioso; se in Germania Erzberger e Rathenau furono uccisi da avversari del Governo, o da collaboratori intimi degli uomini che stavano al Governo, come fu il caso di Matteotti; e se in Germania gli assassini e i mandanti furono salvati come in Italia con un'amnistia, e poi uno di essi, Marinelli, fu rimesso nella direzione del Partito fascista, e un altro, Dumini, ebbe una concessione in Cirenaica. L'illustre storico psicanalitico non doveva far perdere il buon umore al potente, ma nervoso leone. Non c'era davvero nessun pericolo a pronunciare il nome di Matteotti innanzi al leone, in quella maniera! Arnoldo Mondadori ripubblicando nel 1950 - in clima neofascista - i Colloqui (pp. LII-225, L. 1.600) sapeva benissimo di non fare ai mani del "duce" nessuna offesa, anche se li accompagnava coll'introduzione preparata da Ludwig (morto nel 1948) per rivelare il "doppio gioco" del 1932. Quella introduzicne, mentre disonora il Ludwig, non annulla nessuna delle ragioni per cui nel 1932 costui si entusiasmò a pagamento per il "duce" - dato che quelle ragioni valessero nel 1932, e valgono tuttora ogg1. Il Mondadori ha accompagnato questa nuova edizione con una Breve cronistoria della genesi della prima e della seconda edizione dei "Colloqui· 277 BiblotecaGino Bianco

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