Mussolini storico di se stesso sapeva qualcosa"; e informò Landolfì ed un altro magistrato addetto al Tribunale speciale perché testimonìassero sulla sua "attività intelligente e soprattutto coraggiosa." Come ha osservato Anna Lorenzetto, quella parola "coraggiosa" è strana. Per avere "coraggio" quel capitano dei carabinieri deve avere disturbato persone potenti e pericolose. 3) I corpi del reato - cioè la palla che avrebbe forato la manica del sindaco prima di conficcarsi nella tappezzeria dell'automobile, e la manica, e la fascia della decorazione portata da Mussolini anch'essa forata da quella famosa palla - non furono presentati durante il pubblico dibattimento. La sciarpa eroica, debitamente attraversata da una palla, fece, con comodo, mostra di sé nella "Mostra della rivoluzione fascista." Ma i fabbricanti di reliquie conoscono benissimo come si manifatturano questi prodotti. 4) Nella sentenza della Commissione istruttoria, che rinviò a giudizio gli accusati, si legge: Non mancarono testi degni di fede, che deposero con particolari precisi, subito e dopo, in corso d'istruttoria, di aver notato individui, che prima e dopo il delitto intervennerp con lo sguardo, col sorriso, colla parola e con l'azione, per sorreggere moralmente e materialmente l'attentatore [/\nteo Zamboni], per adoperarsi a facilitare l'esecuzione del crimine, per procurargli la fuga ed infine per pugnalarlo [ ...]. Il teste Pingitore, avendo tentato di gettarsi sullo Zamboni prima dello sparo, ha dovuto fuggire, perché uno sconosciuto gli girava intorno e lo aveva minacciato con un pugnale [ ... ] . Altri testi ebbero occasione di constatare degli individui colluttarsi poi in mezzo alla folla, che tratteneva un corresponsabile, e ad un certo momento anche concorrere a pugnalare il ritenuto attentatore. Inutile commentare quello sguardo, quel sorriso, quella parola e quell'azione, e la contraddizione fra il tentativo di facilitare la fuga del ragazzo e nello stesso tempo pugnalarlo. Si tratta di interpretazioni stupide anzi che no. Ma l'insieme delle testimonianze ricordate nella sentenza porta a ritenere che l'uomo in cappello floscio non era solo e che i suoi compagni pugnalarono il ragazzo. Alcuni testimoni affermarono che proprio l'uomo dal cappello floscio, dopo avere sparato il colpo, fu il primo a pugnalare il ragazzo. Tutti questi indizi sono spiegabili con una sola ipotesi: che un agente provocatore fu incaricato di simulare l'attentato e poi di far linciare o linciare lui stesso il giovinetto come autore dell'attentato. In Bologna circolò la voce che l'attentato fosse stato opera di fascisti dissidenti, i quali volevano sbarazzarsi di Mussolini e prendere il suo posto. In seguito si fecero i nomi di Arpinati e di Farinacci. Ma Arpinati, non diventò fascista dissidente che alcuni anni dopo. Nel giorno dell'attentato faceva parte del seguito di Mussolini, e fu poco dopo assunto da Mussolini al posto di sottosegretario di Stato al Ministero degli interni. Di Farinacci si è detto che fu visto a Bologna nel giorno stesso dell'attentato. L'uomo era capace di qualunque delitto. Ma neanche lui era fascista dissidente, sebbene fosse di tanto in tanto incaricato da Mussolini di fare la 271 Bibloteca Gino Bianco
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