Fra storia e politica tandosi di un racconto, che sarebbe passato attraverso due intermediari prima di arrivare a Mammolo Zamboni, si possono avere dubbi sulla esattezza, se non dell'insieme, almeno dei particolari. Sta ad ogni modo il fatto che la grazia fu concessa assai prima che trascorressero i 30 anni della condanna, e questo dimostra che lo stesso Mussolini era persuaso che i condannati erano innocenti. Inoltre è esatto che Cristini fu allontanato dal Tri- . bunale speciale proprio nei giorni in cui fu concessa la grazia. Se Mammolo Zamboni e sua cognata erano innocenti, e se il colpo di revolver non fu sparato né da Ludovico né da Anteo Zamboni, chi lo sparò? Subito dopo l'avvenimento si sparse in Italia il sospetto che si trattasse di un attentato simulato. Bisognava varare una nuova legge, che ristabiliva la pena di morte e il domicilio coatto, e istituiva il Tribunale speciale per la difesa dello Stato. Il complotto Garibaldi in Francia2 doveva combinarsi coll'attentato di Bologna per scatenare in tutta l'Italia un'ondata di violenza, che alla sua volta doveva aprire la via all'approvazione a tamburo battente nella Camera e nel Senato della nuova legislazione. Il complotto Garibaldi fallf. Ma l'attentato di Bologna raggiunse lo scopo. Se questa interpretazione dell'avvenimento è esatta, se ne deve ricavare la conclusione che la persona con cappello floscio e vestita di chiaro, che sparò il colpo di revolver, era un agente provocatore fascista e che sparò una cartuccia a salve. Parecchi indizi suffragano quest'opinione. 1) Per tutta l'Italia, e specie a Bologna, nei giorni precedenti l'attentato, circolò la voce che Mussolini sarebbe stato ucciso in occasione dei festeggiamenti bolognesi. Si precisavano persino i particolari del prossimo attentato. Si diceva che qualunque fosse stato l'esito dell'attentato, l'attentatore sarebbe stato ucciso a pugnalate. La notizia arrivò fino nel Veneto. Il podestà fascista di un comunello nella provincia di Udine la comunicò "in tutti i suoi particolari" ad un funzionario della milizia fascista. Il procuratore del re presso il Tribunale di Udine la comunicò il 25 ottobre al procuratore generale nella provincia, e questi ne informò il Ministero degli interni il 26 ottobre (Sentenza di rinvio a giudizio 23 agosto 1928). 2) Un capitano dei carabinieri, incaricato delle ricerche, lamentandosi nel 1923 per essergli stata negata una promozione, attribu1, almeno in parte, quella sua disgrazia alla sua "attività nel processo di Bologna per fare luce completa"; affermò che il presidente del Tribunale speciale, Cristini, "ne 2 Si tratta del piano di Ricciotti Garibaldi, nipote dell'eroe, di organizzare una spedizione delle "Avanguardie o Legioni garibaldine" per entrare dalla Francia in Italia, armi in pugno, e provocare un'insurrezione diretta a rovesciare il regime. In realtà Ricciotti Garibaldi era un agente segreto della polizia fascista, oon la quale si teneva in collegamento tramite il questore La Polla, spia fascista in Francia. Quest'ultimo venne arrestato dalla polizia francese il 24 ottobre 1926 e fra le sue carte vennero trovate le prove de.Ila sua relazione cpn Ricciotti, che, arrestato a sua volta il 5 novembre, confes6ò. Vedi anche L'affare Garibaldi in G. SAir VEMINI, Opere, voi. III, pp. 121-1.31. [N.d.C.] 270 BiblotecaGino Bianco
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