Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Mussolini storico di se stesso di reato. Il nuovo venuto formulò l'ipotesi che fossero stati sparati, non uno, ma due colpi di rivoltella, da due persone diverse, delle quali una aveva rotto il cordone dei soldati, mentre il giovinetto che stava dietro il cordone, sparava per conto proprio. Poco importava se Mussolini e tutti i testimoni affermavano di avere udito un solo colpo, sebbene vi fossero versioni contrastanti e confuse su chi l'avesse sparato. Persone sorprese da un colpo di rivoltella, in mezzo ad una folla, possono facilmente cadere in errore su chi sparò, ma difficilmente sul numero dei colpi uditi. Dovendo ora cercare quell'altro attentatore che non era stato linciato, il Landolfi lo trovò nel fratello del giovinetto, Ludovico. Il procuratore generale, Montesano, che doveva approvare l'accusa cosi formulata, piuttosto che approvarla, presentò le dimissioni. Quando nell'ottobre del 1928 il processo fu celebrato innanzi al Tribunale militare fascista, questo dové assolvere Ludovico, perché questi dimostrò con un alibi indisputabile che si trovava a Milano nel giorno del delitto. Ma il Tribunale condannò il padre e la zia, come complici, a 30 anni di galera. Leandro Arpinati, uno dei gerarchi bolognesi, era convinto che Mammolo Zamboni e la cognata erano innocenti. Lavorò intensamente insieme ' all'avvocato difensore dei condannati per ottenere da Mussolini che ai due infelici fosse resa giustizia. Nel 1932 riusci a farli graziare. Uscendo di prigione, Mammolo Zamboni ringraziò Balzano per l'opera di giustizia che aveva tentato di compiere. Balzano gli rispose: "La grazia sovrana è sempre necessaria a rilevare la innocenza che le leggi non hanno potuto sottrarre dal falso giudizio degli uomini." Mammolo Zamboni racconta che Arpinati nel presentare a. Mussolini il memoriale, in cui il difensore degli accusati dimostrava la loro innocenza, disse a Mussolini: "È ora che tu risolva la questione Zamboni. Tu sai che egli è innocente." - E Mussolini: "Se fo:;se innocente, non sarebbe d " "N Z b · ' d . . 11 stato con annato. - o, am on1 e stato con annato 1ns1eme a a coh , d. . d. d 1·" "N ' " "A l'h gnata pere e tu or masti 1 con annar 1. - on e vero. - me a detto Cristini [ il presidente del Tribunale speciale, che pronunziò la sentenza]." - Mussolini, arrabbiatissimo, fece venire Cristini in presenza di Arpinati. Cristini confermò l'affermazione di Arpinati. - "Per dimostrarti che non è vero, scattò Mussolini, sono pronto a sottoporre al re la grazia sovrana." Cristini fu licenziato da presidente del Tribunale speciale (R. Vighi, Anteo Zamboni, a cura di Mammolo Zamboni, Bologna 1946, pp. 10-11). Ma può darsi che si tratti di semplice coincidenza cronologica. Cristini cadde in disgrazia per molte altre ragioni. L'incidente Arpinati-Mussolini può aver contribuito alle sue disgrazie, ma non può esserne stato causa né principale, né importante. Mammolo Zamboni disse a me nel settembre del 1947 che questo colloquio gli fu riferito da un avvocato, Mastellari, che alla sua volta l'avrebbe avuto da un funzionario della polizia, che aveva servito come segretario di Arpinati al Ministero degli interni .. Trat269 Bibloteca Gino Bianco

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