Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

( Recensione di "Un popolo di formiche" di T. Fiore prio in quei giorni, e proprio dal "Ministro" o almeno "Sottosegretario" agli Esteri o non piuttosto da "qualche funzionario" del Ministero degli esteri che era a contatto con Pavelié e voleva sabotare la intesa italo-jugoslava voluta "in quel momento" da Mussolini. Che Mussolini quando faceva la lotta a coltello con la Jugoslavia, mirasse a provocarne lo sfasciamento, e sperasse che quello sfasciamento nascesse dalla morte di Alessandro, è certo. Ma "in quel momento" non aveva interesse a sollevare contro Lavai tutte le difficoltà che l'assassinio sollevò, e che bisognò superare con l'aiuto della diplomazia inglese - ·massima di quelle difficoltà il processo, che doveva essere fatto pubblicamente in Francia e doveva essere a tutti i costi soffocato. Lo scrittpre della Voce repubblicana mi dimostri che Mussolini dava a Pavelié l'ordine di far assassinare il re Alessandro sbarcato a Marsiglia proprio "nel momento" in cui aveva consentito àlla intesa italo-jugoslava per rendere possibile il consenso di Lavai alla guerra contro l'Abissinia. Beninteso che di questo doppio gioco deve dare prove piu serie di quelle che egli prende sul serio. Se darà quelle prove, il presente "nuovissimo e innocentissimo difensore del duce" non si dispiacerà di metterle nelle sue schede: tutt'altro! Finché quelle prove mancheranno, non è lecito a verun uomo onesto attribuire a Mussolini un delitto in piu. Il ritratto è abbastanza repugnante anche senza quella aggiunta. Eppoi la verità, per un uomo onesto, è la verità. Lo scritto della Voce repubblicana è anonimo. Io direi che chi impianta "grane" di questo genere, dovrebbe sentire l'obbligo di fumare. Recensione di "Un popolo di formiche" di T. Fiore1 ToMMAsoFIORE, Un popolo di formiche, Laterza, Bari 1951, 141 pp., L. 600. Le formiche di Tommaso Fior~ sono quei piccoli proprietari, fittavoli, giornalieri agricoli che hanno trasformato la fascia costiera pugliese, sull'Adriatico, da sassaia in un giardino di olivi, viti, mandorli, orti di verdure precoci, e continuano sempre quel lavoro secolare di conquista. Su quel popolo Fiore scrisse nel 1925 e 1926 quattro lettere per la Rivoluzione liberale di Piero Gobetti, e due furono pubblicate da Giuseppe Gangale su Conscientia. Nel catafascio politico, intellettuale e morale di 1 Da "Il Ponte," agosto 1952, pp. 1145-1148, a firma "Gaetano Salvemini." [N.d.C.] 261 Bibloteca Gino Bianco

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