Fra storia e politica colpo di Stato è un'altra cosa). Ma finché vi sono giornalisti salariati a ripetere nel Paese, e specialmente fuori del Paese, che quel popolo è felice e contento, non c'è nessun dubbio che quel popolo sia felice e contento. Turati e Lenin Il Ragionieri è giudice severo del movimento socialista italiano nel primo ventennio di questo secolo. E lo storico non può non avere un punto di vista, se è storico e non raccattatore di cicche erudite. Quel punto di vista può soccorrerlo a gettare sui fatti del passato la luce delle esperienze presenti. Ma nel caso di Sesto Fiorentino dal 1900 al 1922 mi sembra che il Ragionieri non abbia apprezzato con equità l'opera dei socialisti. Prima della Rivoluzione russa del 1917, anzi prima dell'ottobre di quell'anno, non esistevano in Italia comunisti secondo il .figurino attuale. Criticare perciò l'azione dei socialisti prima del 1917 perché non fu quella che i comunisti a noi contemporanei avrebbero tenuta se non fossero stati inesistenti, è commettere quell'errore che i logici chiamano del sine hoc ergo propter hoc. I socialisti di Sesto Fiorentino, tanto i riformisti quanto coloro che si dicevano rivoluzionari e che prevalsero dal 1904 in poi, non avrebbero potuto far niente di piu nel piccolo buco in cui vivevano, se non fosse avvenuto un mutamento radicale in tutto il sistema politico italiano. Anche oggi che cosa possono fare i comunisti nei centri locali in cui predominano, dato che il sistema politico generale è quello che è? In fondo anche essi fanno del riformismo, magari omeopatico; e quanto alla situazione generale, non possono fare che votare ordini del giorno. E non è detto che i socialisti di Sesto Fiorentino sieno stati sterili in ordini del giorno (vedi p. 143). E i comunisti, quando nel 1921 comparvero nel cielo di Sesto, non seppero far altro che votare ordini del giorno e stampare contro i fascisti qualche foglio tanto truculento quanto innocuo. Insomma date le condizioni generali dell'Italia, nel primo ventennio di questo secolo, i socialisti di quel piccolo comunello toscano non avrebbero potuto fare di piu - e forse non avrebbero potuto far meglio. Il Ragionieri rende loro la giustizia di riconoscere questa verità (nella sua lealtà egli riconosce che anche i moderati insediatisi nell'amministrazione comunale dopo la unificazione, non mancarono di rendere i loro servizi al paese, beninteso entro la cornice del sistema "liberale"). Senza dubbio è lecito risalire dai fatti locali alla situazione generale, e criticare il movimento socialista italiano nel quadro della politica nazionale, mettendo in luce le conseguenze che la errata politica generale produceva nell'azione dei nuclei locali. Se io dovessi dare il mio punto di vista per quello che vale, direi che dal 1901 al 1922, cioè dal momento in cm cominciarono a rappresentare un peso nella vita italiana a quello in cm 252 BiblotecaGino Bianco
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