Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

I socialisti di Sesto sindaco e i consiglieri se non si dimettevano), e ripartirono per Firenze indisturbati. I carabinieri, le guardie regie, e i soldati venuti da Firenze erano H per mettere a posto chi avesse reagito a quelle prepotenze. Nel gennaio 1922 offensiva della Richard-Ginori contro gli operai: il salario è decurtato di lire 6,50 al giorno. Sciopero. La direzione rifiuta di trattare. Lo sciopero dura da un mese. Allora si forma in Sesto il Fascio di combattimento. Il capo del Fascio promette agli operai "l'incondizionato appoggio del Partito nazionale fascista." Infatti, si mette a contatto con gli industriali e assume l'impegno di far tornare gli operai al lavoro, salvo a discutere in seguito la controversia. Minacce, ricatti, violenze. "Resa a discrezione." Pochi giorni dopo la fine di questo sciopero, l'Associazione agraria passa anch'essa all'offensiva, e disdice il patto colonico del 1921, mentre i fascisti locali o provenienti da Firenze "minacciano, bastonano, uccidono" (p. 211). (Avrei desiderato notizie piu minute su questi fatti, oltre queste sole tre parole, che mi riportano nella nebbia delle astrazioni.) Ogni tentativo di nuove resistenze è stroncato da un intervento fascista. Nello stesso tempo campagna di minacce contro l'amministrazione comunale che non si dimette, e infine il 6 agosto si dimette. Ne'l dicembre 1922 gli operai della Richard-Ginori, uscendo dal lavoro, trovano bloccate le strade e sono "pregati cortesemente" a raccogliersi per ascoltare il verbo del dottor Suckert (che diventerà piu noto come Curzio Malaparte) "Segretario provinciale dei Sindacati nazionali.'' Costui somministra loro una discorsa sul programma del sindacalismo nazionale, e conchiude invitandoli a gridare: Viva l'Italia. Dei circa 1500 uditori "ben pochi hanno risposto." Gli amministratori della Casa del popolo tengono duro fino al principio del 1923; alla fine si dimettono, lasciando Malaparte padrone delle acque. I toscani si sono accasciati sotto il manganello fascista, come facevano i meridionali sotto le mazze governative al tempo di Giolitti. Ma siamo giusti: il manganello fascista (accompagnato dal camion, dal fucile e dalla bomba a mano) fu piu ferocemente e piu metodicamente usato che la mazza giolittiana. Da dieci casi locali, scelti nelle diverse parti d'Italia e documentati come ha fatto il Ragionieri, si può "vedere" il movimento fascista nelle sue origini n1eglio che attraverso certe elucubrazioni filosofiche sul capitalismo, sul proletariato, sulle lotte di classe, ecc. ecc. Si può "vedere" fino a che punto sia da prendere sul serio la teoria che il "popolo" italiano era fascista, e perciò il re obbedf a una volontà del "popolo" italiano, quando nell' ottobre 1922 chiamò al potere Mussolini. Fatta la solitudine e chiamatala deserto, il popolo italiano rimase a cuccia, e quella immobilità fu gabellata in Italia, e piu all'estero, dalla "propaganda" come felicità e consenso al regime, che "faceva marciare i treni in orario." Un popolo è sempre contento del suo Governo, ed è responsabile di quello che fa il suo Governo, finché non fa una rivoluzione coi fiocchi. È vero che una rivoluzione coi fiocchi o senza fiocchi non è tecnicamente possibile a un popolo disarmato e ridotto in polvere (il 251 Bibloteca Gino Bianco

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