Fra storia e politica Il guaio per gli studi di storia locale recente è che occorre rintracciare e spremere quotidiani e settimanali, opuscoli e fogli volanti che vissero la vita di un giorno, incarti di polizia (quando sono consultabili), archivi comunali, carteggi privati, ricordi ottenuti dalla viva voce di autori - e testimoni sopravvissuti agli eventi. Materiale faticoso a raccogliere e malagevole da elaborare letterariamente. E soprattutto bisogna sfuggire alla tentazione di chiudersi nel bozzolo dell'erudizione parrocchiale, perdendo di vista quella che deve essere l'ambizione dello storico: contribuire alla storiografia generale. Questa è forse la difficoltà maggiore. Ernesto Ragionieri nel libro Un Comune socialista: Sesto Fiorenti.no, Edizioni di Rinascita, Roma 1954, 242 pp., L. 800) ha fatto quella fatica ed ha superato quelle difficoltà, dandoci per un comune toscano alle porte di Firenze una monografia solidamente documentata e abilmente costruita. Se dovessi segnalare nel libro del Ragionieri tutti gli incidenti di storia locale che danno sostanza e luce alla storia generale italiana, non saprei né dove incominciare né dove finire. Prenderò due soli punti: la prima crisi che sulla fine del secolo XIX trasformò il comune di Sesto da una sonnolenta cittadina dell'Italietta umbertina monarchico-conservatrice in un vivace centro socialista; e la seconda crisi, nella quale i fascisti demolirono in meno che due anru il lavoro di venni. Le origini· Nel 1892 e nel 1893, cattivi raccolti e conseguente afflusso di contadini disoccupati nel centro urbano. Crisi anche nella industria della paglia; i guadagni delle trecciaiole scendono a dieci centesimi - diconsi dieci centesimi - al giorno. Nello stesso tempo, cioè nel 1894, si forma· a Firenze una Unione socialista fiorentina, e da Firenze la "propaganda" fa qualche punta verso Sesto. Fra i repubblicani sestesi si manifesta qualche scissione dal Partito repubblicano e adesione al partito "piu avanzato." Nelle elezioni politiche del 1895 il candidato socialista, avvocato Giuseppe Pescetti, raggranella 224 voti. Nella primavera del 1896 dimostrazioni e scioperi spontanei delle trecciaiole. Nessun vestigio di intervento socialista. Un manifesto stampato alla macchia, nel maggio 1896, eccita non solo le trecciaiole, ma "gli operai tutti ad insorgere contro i capitalisti"; ma si sente in queste parole una mano anarchica piuttosto che "socialista 1896." Da un numero unico Per le trecciaiole apprendiamo che un giorno, "nel momento del bollore dello sciopero" una trecciaiola "venne a Firenze alla chetichella a chiedere aiuto e consiglio sull'istituzione di una cooperativa di lavori; ma mentre i compagni alla meglio le abborracciarono un progetto, ella faceva capire che aveva un piano bell'e concertato, e ch'era donna pratica e savia quanto può essere in certe faccende un uomo" (p. 54): probabilmente aveva ragione da vendere. 248 Bibloteca Gino Bianco
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