Recensione di "Il re, i soMati e il generale che vinse" di G. Artieri fu fatta da voi." Bismarck, per quanto villanzone e· brutale, difficilmente poteva essere cosf sgarbato coli'ospite italiano. Mi manca il tempo - e non ne varrebbe la pena - di controllare i miei ricordi; ma mi pare di poter essere sicuro che quelle tre S furono scodellate da Bismarck poco dopo il Congresso di Berlino. A p. 34 troviamo raccolta "la voce" che Leone XIII, ricevendo Guglielmo II ( (quando?), gli disse: "Rendetemi Roma." Quando Leone XIII ricevé Guglielmo II, il 12 ottobre 1888, "lamentò le condizioni a cui era ridotto e che erano veramente deplorevoli," come disse la Civiltà Cattolica, ma non usò quella forma cosf drastica e cioè fece diplomazia. Assolutamente inedita è la corbelleria che "per la stipulazione della Triplice, nel 1882, si era promessa [da chi?] la restituzione di Trento" (p. 31). Immaginarsi se nel 1882, nelle condizioni in cui fu negoziata l'alleanza, Francesco Giuseppe avrebbe potuto essere indotto a "restituire" al re d'Italia un Trentino che, del resto, né costui, né alcuno fra i suoi predecessori avevano mai posseduto! Le relazioni amichevoli con la Francia non furono iniziate da Vittorio Emanuele III, il quale "una volta re, cominciò a demolire lentamente la Triplice" (p. 24). La politica amichevole verso la Francia la tentò, senza successo, nel 1891, Di Rudin1 e la riprese, nel 1896, ViscontiVenosta, e la condusse a buon punto; quando Vittorio Emanuele III saH al trono (1900), essa camminava oramai su binari sicuri. Prinetti, nel 1902, promise al Governo francese la neutralità italiana in una guerra, in cui la Francia fosse aggredita dalla Germania: la Triplice Alleanza impegnava l'Italia a intervenire a fianco della Germania solamente se questa fosse stata aggredita dalla Francia. Ma né Di Rudinf, né Visconti-Venosta, né Prinetti pensarono mai a demolire lentamente la Triplice: intendevano mantenersi fedeli e all'alleanza e all'amicizia, dato che la Triplice era un trattato non solo "difensivo" ma anche "pacifico." E i governi di Berlino e di Vienna, per quanto a denti stretti, riconobbero legittimo l'atteggiamento italiano. Vittorio Emanuele mulinava una politica antitriplicista piu radicale che quella di Visconti-Venosta e di Prinetti? Tutto è possibile, ma deve essere dimostrato. Sta il fatto, però, che, nel 1912, San Giuliano rinnovò la Triplice con due anni di antidpo; e nel 1912 la Triplice, nelle intenzioni dei governi di Berlino e di Vienna, chiare a chiunque avesse occhi per vedere, non era piu l'alleanza difensiva e pacifica del 1882-1912: era diventata una "società per acquisti," destinata a sconvolgere la pace. Non risulta che Vittorio Emanuele si sia opposto a quel rinnovamento, avente in quel momento quel significato. Continuava anche allora a voler "demolire lentamente la Triplice?" O consencl a quel rinnovamento nella speranza di partecipare anche lui agli acquisti che la societa eventualmente avrebbe fatti? La protesta di Pio X per la visita del Presidente Loubet a Roma (aprile 1904), contro "colui che contro ogni diritto detiene la sovranità civile," è attribuita a Leone XIII (p. 34), che era morto il 20 luglio 1903; e Merry del Val, che sarebbe stato l'autore di quella ·"terribile sfuriata," non aveva 245 Bibloteca Gino Bianco
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