Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Fra storia e politica liano, a cui fu fatto credere che la nuova Triplice non differiva dall'antica; non dal testo scritto del trattato di alleanza, che rendeva possibile, ma non necessaria, la interpretazione che faceva comodo a loro; ma dagli uomi- . ni, che si trovavano al Governo in Italia, fra il 1912 e il 1914, ed erano morti o avevano perduto il potere nell'ora della crisi. Noi mettiamo, cosf, la mano su una delle responsabilità della guerra europea: la responsabilità personale dell'onorevole Giolitti. Recensione di "Il re, i soldati e il generale che vinse" di G. Artieri1 GIOVANNI ARTIERI, Il re, i soldati e il generale che vinse, Cappelli, Bologna 1952. Il libro è stato scritto per glorificare l'opera di Vittorio Emanuele III e del generale Diaz durante la Prima guerra mondiale, e professa di avere usato "alcuni documenti inediti" (p. 7), "nuovi documenti e ricerche" (p. 40). E inedite sembrano le lettere di Diaz alla moglie, del giugno, ottobre e novembre 1918 (pp. 142-151 e 183-189), che si leggono volentieri per la loro semplicità e serenità. Ma di molte notizie, che sono forse inedite e che sono rimescolate con quelle già conosciute, l'autore non ci dice a quali fonti sono state attinte. Dobbiamo credergli in parola. Questo è chieder troppo, se si tien conto del fatto che parecchie informazioni inedite sono assai discutibili, quando non sono corbellerie belle e buone, che sfondano gli occhi. A p. 12 troviamo alcuni giudizi che Vittorio Emanuele avrebbe dato (quando?) su "i potenti del tempo" da lui conosciuti. Possibile che Vittorio Emanuele, il quale come carattere e come forma intellettuale era agli antipodi di Guglielmo II, abbia giudicato quest'ultimo come "il sovrano piu colto e intelligente del cc;mtinente?" Se ci fosse data la fonte di questa notizia, e si trattasse di fonte attendibile, non ci sarebbe che da prenderne atto. Tutto è possibile. Ma deve essere dimostrato. Sempre a p. 12 leggiamo che Bismarck nel 1888, alle feste per la incoronazione di Guglielmo II a Berlino, disse a Vittorio Emanuele, allora principe ereditario italiano: "Voi italiani siete il popolo delle tre S: nel 1859 con Solferino prendeste la Lombardia; nel 1866, con Sadowa prendeste il Veneto; nel 1870 con Sédan prendeste Roma; nessuna delle tre S 1 Da "Il Ponte," luglio 1953, pp. 1006-1008, a firma "Gaetano Salvemini." [N.d.C.] 244 BiblotecaGino Bianco

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