Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Intorno al "libro giallo" francese con l'Austria e con la Germania, che precedettero la nostra dichiarazione di neutralità, e nelle polemiche successive, a documentare in maniera irrefutabile il nostro dovere di neutralità di fronte alla Francia. C'è qui, insomma, nella politica estera del nostro paese, un punto, che non è chiaro, e su cui occorrerebbe che luce intera fosse fatta. E a conferma di questa necessità, vi è un fatto gravissimo, di cui si aveva già notizia, prima di questi ultimi tempi, nei cosf detti ambienti bene informati; ma la cui conferma si trova nelle Memorie di Ludendorff e nel volume, in cui il Pribram ha utilizzato i documenti dell'Archivio di Vienna sulla Triplice Alleanza (Die polùischen Geheimvertrage OesterreichUngarn, nach den Akten des Wiener Staatsarchivs, Braumiiller, Wien und Leipzig 1920). Il Ludendorff afferma che una convenzione militare fu discussa fra Italia e Germania, mentre era capo di Stato maggiore il generale Pallio. E il Pribram, chiarendo l'accenno di Ludendorff, afferma che una convenzione navale fu firmata a Berlino fra l'Italia e le Alleate il 23 giugno 1913. Se era ancora in vigore la intesa italo-francese del novembre 1902, questa ,convenzione navale non avrebbe potuto essere firmata. E se fu firmata, come mai il Governo francese pubblica questo Libro giallo per dimostrare che la intesa del novembre 1902 era ancora valida nel 1914? In altre parole, è il Governo francese, che si inganna sulla validità della intesa italo-francese nel 1914? Oppure furono gli onorevoli Giolitti e Di San Giuliano, che nel giugno 1913, autorizzando i nostri Stati maggiori a firmare la convenzione militare del 23 giugno. violarono slealmente un impegno internazionale dell'Italia? Si può osservare che la convenzione militare del 23 giugno 1913 non era forse che il risultato di studi degli Stati maggiori alleati, e sarebbe entrata in esecuzione solo nel caso che il Governo italiano avesse deliberato di darle quel carattere "contrattuale,,, di cui la intesa italo-francese del 1902 escludeva la eventualità. Ma vi sono altri fatti, i quali tendono a far credere che non i soli Stati maggiori "studiassero,,, ma i Governi stessi d'Italia, di Germania e d'Austria, ai tempi dell'onorevole Giolitti e dell'onorevole Di San Giuliano, cioè fra il gennaio 1912 e la primavera del 1914, fossero d'accordo a interpretare la Triplice in maniera diversa da quella con cui era stata interpretata negli anni precedenti. L'impegno di rinnovare la Triplice deve essere stato preso dall'Italia, nel gennaio 1912, quando Kiderlen Wachter, ministro degli esteri di Germania, venne a Roma. Ebbene, tre giorni dopo la partenza di Kiderlen Wachter da Roma, scoppiano, il 16 e il 17 gennaio 1912, gli incidenti del Carthage e del Manouba.3 Nell'incidente del Carthage, la ragione era dalla parte dell'Italia; nell'incidente del Manouba, l'Italia aveva torto. 3 Le navi da guerra italiane avevano fermato i due piroscafi francesi "Carthage" e "Manouba," su cui sospettavano vi fossero armi ed ufficiali turchi destinati a raggiungere la Tripolitania attraverso la Tunisia. [N.d.C.] 241 Bibloteca Gino Bianco

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