Fra storia e politica Crispi (1887-1891), - ma la Triplice Alleanza, per quel che riguardava l'Italia, si trasformava, da alleanza di/ ensiva, in alleanza pacifica di fronte a tutte le Potenze europee; l'Italia aveva non solo il diritto, ma addirittura il dovere di rifiutare il proprio concorso a quello fra gli alleati o gli amici, - che provocasse una guerra senza essere né provocato né aggredito. Nel luglio 1914, allorché la Germania e l'Austria provocarono la guerra europea, queste intese parallele alla Triplice avevano ancora vigore, o erano state disdette dall'Italia? La Triplice dell'8 luglio 1902 era scaduta 1'8 luglio 1914; ed era stata rinnovata fino all'8 luglio 1920, fin dal 5 dicembre 1912. Rinnovando la Triplice il 5 dicembre 1912, il Governo italiano, che era allora tenuto dall'onorevole Giolitti e dall'onorevole Di San Giuliano, dichiarò che gli impegni fra l'Italia e le Potenze centrali avevano assunto una nuova forma, che consigliasse l'Italia a rifiutare la continuazione delle am1ciz1e con la Francia, l'Inghilterra, la Russia? Nel dicembre del 1912, l'onorevole Giolitti dichiarò alla Camera dei deputati che il rinnovamento dell'alleanza era avvenuto senza alcun mutamento nelle condizioni precedenti. E la pubblicazione del Libro giallo francese è stata fatta, in questi giorni, evidentemente, per dimostrare che nell'estate del 1914 era sempre in vigore la intesa del novembre 1902, e quindi l'Italia non aveva libertà di scelta fra l'intervenire a fianco della Germania e dell'Austria e il rimanere neutrale, ma aveva l'obbligo di rimanere neutrale. (L'intervento nella guerra fu, poi, conseguenza della violazione fatta dall'Austria dell'art. VII della Triplice.) Sta il fatto, però, che nei documenti del Libro Rosso pubblicato dall' Austria-Ungheria nella primavera del 1915, noi vediamo che nel luglio e nell'agosto del 1914 l'Italia è invitata dalle alleate a partecipare alla loro guerra, e le vengono offerti compensi in Tunisia, in Corsica, a Nizza, in Savoia, come se di una intesa propria italo-francese non esistesse neanche l'ombra; e quest'intesa non è mai invocata dall'Italia per giustificare il proprio rifiuto di intervento; ed anche dell'intesa italo-inglese non si parla mai, salvo un vago accenno ai ri'guardi che l'Italia doveva all'Inghilterra. Si può osservare che il Governo austro-ungarico pubblicò nel Libro rosso solamente quel che gli faceva comodo contro l'Italia, e non aveva nessun interesse a pubblicare ciò che avrebbe giustificato a luce meridiana la neutralità italiana. Ma, allora, perché questo argomento formidabile non è stato mai pubblicato dal Governo italiano? Anche a questo si può. rispondere: che il Governo italiano, riconoscendo che la intesa italo-francese del novembre 1902, obbligava l'Italia alla neutralità, giustificava bensf la propria neutralità di fronte alle alleate, ma la svalutava di fronte alla Francia, ammettendo di esservi stata obbligata da un impegno irrevocabile. Se non che, sarebbe questa una spiegazione puerile: se l'impegno irrevocabile c'era, nulla poteva influire che la neutralità fosse svalutata, di fronte alla Francia che poteva esigere la esecuzione dell' impegno (non era, però, svalutata la lealtà, con cui l'impegno era mantenuto); e in queste condizioni era assurdo rinunziare in quegli scambi di idee 240 BiblotecaGino Bianco
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