Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritd metodologici sono sempre piu o meno differenti dai fini, che ciascuno individualmente si propone; magari riescono diametralmente opposti. Inoltre le collettività, in cui sono inquadrati gli individui, si comportano le une verso le altre come gli individui nell'interno di ciascuna: si urtano o cooperano, si sopraffanno o si aiutano, secondo circostanze, alle quali ciascuna di esse si adatta o si ri-. bella, mirando ai fini propri ma arrivando a risultati quasi sempre non previsti o addirittura non desiderati. Studiare la storia è cercare per quali vie l'umanità è arrivata ai risultati attuali. Se potessimo conoscere tutta la storia dell'umanità, cioè le direzioni che i singoli gruppi umani seguirono nel passato e seguono oggi nell'agire e reagire gli uni sugli altri, potremmo forse prolungare idealmente il presente nel futuro; cioè immaginare, per quanto sommariamente, i risultati verso cui siamo portati insieme al gruppo a cui apparteniamo e agli altri che agiscono e reagiscono sul nostro. Fors'anche potremmo accelerare o evitare quei risultati. Ma le linee essenziali della storia per tutti i gruppi dell'umanità non sono facili a mettere insieme. Eppoi non è possibile rintracciare la linea di sviluppo dal passato al presente senza importare in siffatta ricerca le preferenze, i pregiudizi, le passioni del presente. Eppoi i metodi della ricerca scientifica non trovano nei fenomeni sociali una materia cosf maneggevole come in quelli del mondo fisico. Finalmente c'è sempre nel processo storico l'imprevedibile: per esempio chi mai nel 1944 prevedeva la bomba all'idrogeno del 1945? E fra gli imprevedibili c'è soprattutto l'individuo umano. Pascal ci ha insegnato che il naso di Cleopatra decise le sorti del mondo romano, e che senza il piccolo calcolo nell'uretra di Cromwell le cose sarebbero andate chissà come diversamente in Inghilterra. Sopprimete Lenin o Hitler, eppoi venitemi a raccontare come le cose sarebbero andate. Questo non vuol dire che non abbiamo nulla da fare, dato che non possiamo far tutto. Chi legge gli scritti e discorsi di Mirabeau, resta stupefatto dalle molte previsioni di quell'uomo, che si avverarono. Madame de Stael disse di lui: "Sapeva tutto e prevedeva tutto." Prevedeva tutto perché sapeva tutto. Naturalmente portava in sé la scintilla del genio. Ma anche chi non è un genio può cercare di conoscere piu che sia possibile del passato e del presente, e su quella base costruire qualche prudente ipotesi sugli sviluppi, per lo meno prossimi, degli eventi che gli stanno dinanzi. Meglio poco che niente. E anche senza aspirare al mestiere del profeta, un uomo di buon senso può prendere atto empiricamente di quei precetti morali, che la società in cui vive ha ereditato dalla tradizione, e che secondo la esperienza meglio accertabile hanno dato risultati a quella società: e presone atto, li pratica, e cerca di indurre gli altri a fare altrettanto. Al punto a cui l'umanità è giunta oggi (senza sapere dove arrivava), i popoli formano un'unica collettività mondiale: cioè nessun popolo può vivere piu in isolamento; e come nello stesso gruppo le iniziative di ciascun individuo agiscono e reagiscono su quelle di tutti gli altri individui, cosf nell'umanità le iniziative di tutti i gruppi agiscono e reagiscono le une su 198 Bibloteca Gino Bianco

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