Gaetano Salvemini - Scritti vari (1900-1957)

Scritti. metodologici che si presentano piu comunemente nell'esercizio della sua professione. Inoltre egli sa che esistono malattie le quali presentano sintomi diversi da quelli di cui egli ha maggior esperienza. Quando egli si trova di fronte ad uno di questi casi, egli riserva la sua opinione prima di dare un verdetto preciso. Egli torna ai suoi libri. Egli torna ancora a osservare il paziente. Quand'è sicuro di ciò che dice, esprime la sua opinione. La differenza fra il - grande medico e quello mediocre o incompetente non risiede nel fatto che il primo sappia tutto e il secondo sappia pochissimo. Anche il primo sa pochissimo di fronte al numero infinito di fatti che costituiscono la teoria e la pratica della medicina, ma egli ha la capacità di affrontare problemi nuovi ogni qualvolta ne abbia la necessità o il desiderio, malgrado le lacune nelle sue cognizioni, mentre il secondo non solo sa pochissimo, ma è incapace di far fronte a difficoltà inaspettate. Un'ulteriore differenza fra il medico colto e il medico pratico che non s'interessa di niente all'infuori della sua cerchia professionale è che il primo, grazie alla vasta estensione dei suoi interessi esteriori, resta intellettualmente fresco e vigoroso per molto tempo dopo che il suo collega è caduto vittima del sonnambulismo professionale e ha perduto ogni contatto umano con i suoi simili. Se conoscenza della storia significa la capacità di ripetere tutta la storia a memoria, nessuno, neppure il piu grande storico, conosce la storia. Ma egli sa di non conoscere tutta la storia e questo è già molto. Inoltre egli è capace di studiare e comprendere fatti storici ogni qualvolta ne abbia il desiderio o la necessità. Questo è ciò che è veramente importante. In piu egli sa che la realtà è qualche cosa d'infinitamente piu vasto e complesso del campo della sua professione e cerca di tenere aperte le porte e le finestre della sua mente verso le contingenze impreviste della vita. Questo è piu importante della sua conoscenza professionale e non professionale. Per riassumere la questione in poche parole, la coltura consiste non nella massa di materie prime immagazzinate nella memoria, ma nella capacità della mente di essere sempre in guardia, di essere ricca di curiosità in varii campi e di sapere, se necessario, acquistare nuove cognizioni. Coltura è l'abitudine di pensare con chiarezza e logica, è il coraggio di giudicare con indipendenza. "Coltura è ciò che rimane nella nostra mente dopo che abbiamo dimenticato tutto quello che abbiamo imparato." Benché la coltura consista non tanto in cognizioni concrete quanto nella capacità di dominare i fatti ed organizzarli nella nostra mente, non dobbiamo concludere che c'è contraddizione fra conoscenza e coltura, fra apprendere e comprendere. Non si può comprendere senza acquistare al tempo stesso un'ampia cognizione di fatti concreti, sia professionali che non professionali. Un cervello ben conformato è sempre un cervello ben fornito. Ogni nuova piccola nozione, entrando in una mente che abbia l'abitudine dell'ordine e della chiarezza, viene subito illuminata, vivificata e arricchita dall'associazione con nozioni già acquisite che la mente ben provvista ed agile mette in giuoco. Nessuna idea viene mai formulata senza diventare immediatamente un nucleo intorno al quale sono coordinate altre idee ed espe192 BiblotecaGino Bianco

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