Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

L'Italia vista dall'America questo mi avveniva, e non sarà l'ultima. La catena della tregua istituzio– nale forgiata dalla Commissione Alleata con la complicità degli aereoliti newyorkesi, dopo aver legato a Napoli i sei partiti patentati, li aveva legati anche a Roma, e da Roma si era prolungata fra i partigiani del– l'Italia settentrionale. Qui, nei mesi della lotta contro tedeschi e fa– scisti, coloro che intendevano combattere ad ogni costo per la libert~ e l'onore del popolo italiano avevano dovuto anch'essi accettare la catena forgiata a Napoli e consolidata a Roma, se volevano ottenere dagli agenti inglesi quel tanto d'armi che erano indispensabili per andare a prenderne altre a spese dei nazi-fascisti. Essi dovevano inoltre fare i conti con gli ufficiali di professione che piovevano dal cielo di notte muniti di appa– recchi radio, senza i quali non era possibile comunicare con gli altri gruppi che stavano allo sbaraglio. Né potevano fare assegnamento sugli stalinisti che avevano ricevuto dai loro gerarchi romani l'ordine di associarsi ai generali del Re. Il bivio era tragico: o accettare la tregua istituzionale, o promuovere una guerra numero due, nella guerra numero uno contro il nemico comune. Fu accettata la tregua. Noi non abbiamo nessun diritto di condannare dall'America chi, nelle condizioni in cui doveva manovrare, si regolò in quel modo. Finita la guerra, Bonomi fu spazzato via dal "vento del Nord." Ma la Commissione Alleata che il 25 febbraio aveva annunziato di non go– vernare piu, governava sempre, ed imponeva la continuazione della tregua a chi doveva formare il nuovo ministero. La nostra opinione qui all'Italia libera, era che Churchill non poteva mettersi sulle braccia a Milano un secondo scandalo come quello di Atene. Si poteva perciò resistere alle sue imposizioni. Nel numero del 1° giugno 1945 Italia Libera dette un articolo Un'altra resa a discrezione? in cui si leggeva quanto segue: "Il territorio nazionale italiano non è piu occupato dai tedeschi. Dun– que l'ora di riconoscere agli italiani il diritto di discutere le loro faccende, dovrebbe essere arrivato ... Gli Alleati hanno il coltello per il manico e possono fare quello che vogliono. Questo lo sappiamo tutti! Se :vogliono imporre la monarchia sabauda a furia di fucilate e randellate, possono farlo. Facciano pure. Ma gl'italiani possono rifiutarsi di cooperare con essi. Se gli Alleati vogliono ottenere la cooperazione e vogliono evitare la resistenza degli ita– liani, debbono pagare il prezzo. Non possono avere la botte piena e la serva briaca. Intendono continuare a imporre la loro volontà in Italia su un popolo vinto e nemico? È il loro diritto. Il popolo italiano si con– sidererà nemico, e agirà come nemico, facendo dell'Italia una nuova Ir– landa, in cui gli inglesi si trovino molto ma molto a disagio. Quanto all'armistizio, prima sia pubblicato e poi si vedrà; di rese a discrezione ce ne sono state abbastanza. Speriamo che Ferruccio Parri saprà dire "basta." Proprio in quei giorni Ferruccio Parri rifiutò l'ufficio di primo mini– stro. Finalmente un uomo non smaniava per afferrare un portafoglio al 718 BibliotecaGino Bianco

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