Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America
La sorte d~ll'ltalia condato dalla moglie belga, un eroe di belle speranze, pronto al momento giusto ad attaccare il drago fascista, con la spada in pugno, ed a mondare la terra della lebbra del fascismo. Certo, il principe aveva piu di una ragione per odiare il fascismo e il duce; essi lo avevano declassato da Principe Ereditario a Principe di Piemonte e avevano subordinato il suo diritto alla successione del padre alla approvazione del Gran Consiglio Fascista. Con questo provvedimento il duce mise sia padre che figlio alla sua mercè e li tenne legati mani e piedi al carro fascista. Come ha osservato G. A. Borgese con un finis– simo senso di umorismo: "ciò che gli [al Re] dispiaceva profondamente era l'idea che suo figlio potesse venir privato della sua carica, forse compren– dendo nel suo subcosciente che il giovine non sarebbe stato mai in grado di coprire qualsiasi altro posto." ( Goliath, p. 237). Mussolini teneva ora il coltello dalla parte del manico, e poteva contare sulla completa passività del Re. Egli poteva persino permettersi degli scherzi con Sua Maestà, come quando nominò sia il Re che se stesso "Primi Marescialli dell'Impero," come se un solo "Primo Maresciallo" non fosse bastato a di– struggere l'Impero. Quanto al Principe Ereditario, o piuttosto al Principe di Piemonte, sapendo che il suo ~vvenire dipende dalla sua buona condotta, ha fatto del suo meglio per. apparire il piu docile e devoto dei sudditi del duce, e non ha mai trascurato alcuna occasione, compleanni e funerali, vittorie e trionfi, grandi discorsi e simili eventi, senza mandare immediatamente all'onnipotente duce un telegramma di congratulazioni o di condoglianze, di fiducia illimitata o di lodi iperboliche. Questi telegrammi pubblicati a suo tempo dai giornali, dovrebbero essere raccolti e ristampati in opu– scolo ad edificazione del Dipartimento di Stato .americano. Il popolo italiano è assai bene informato sul Re e su suo figlio. La stampa fascista si è messa' d'impegno a dar rilievo agli atti compiuti dal– la famiglia reale a favore del regime fascista, ed ha registrato nei loro particolari tutte le manifestazioni della sua illimitata devozione a Musso– lini. Ancora dopo venti anni di dominio fascista, gli italiani conservano una gran dose di buon senso e onestà. Essi sanno molto bene che anche l'uomo piu umile, se ha un po' di rispetto di se stesso e tiene ad una buona reputazione, non tollererebbe mai tali umiliazioni nella sua vita privata e nei suoi affari, e non si abbasserebbe mai tanto come han fatto questi discendenti degeneri dei Savoia. In queste cose la gente sem– plice va diritto allo scopo, e non fa distinzioni tra quelli che sono in alto e quelli che sono in basso. Anche se non può parlare per paura della polizia e delle spie, nel suo intimo conosce la verità e non può provare altro che disgusto per la corona ed un senso di vergogna per la nazione italiana. La maggioranza dei corrispondenti americani che erano in Italia negli anni 1940 e 1941 notarono quanto fosse caduta in basso la monarchia nel– la stima di tutte le classi sociali italiane. S. R. Davis del Christian Science 207 Biblioteca Gino Bianco
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