Gaetano Salvemini - L'Italia vista dall'America

Prefazione Fece rilevare che per la sf,!,aconcezione e la sua struttura gerarchica e auto– ritaria la Chiesa CattoHca è essa stessa un'istituzione totalitaria, e che le sue naturali preferenze vanno piuttosto a regimi tipo quello di Franco in Spagna e di Salazar in Portogallo, anziché ai regz'mi di moderna demo– crazz·a.Salvemini chiari che la politica del Vaticano è diversa nez·paesi ove i cattolici sono ancora z'n minoranza e in quelli ove sono gz'à divenuti mag– gioranza. Nr:i primi il Vaticano si adatta alla separazione dello Stato dalla Chiesa come ad un male da sopportare temporaneamente, in attesa del giorno in cui i cattolici riusciranno a dz'venire maggioranza. Allora essi ripudieranno il separatismo, la completa libertà di coscienza religiosa e la parità di tutti i culti, e istituiranno un regime concordatario che assz"curi una posizione di privilegio ai cattolici rispetto ai seguaci delle altre religioni. Mentre i pubblicisti cattolici amerz'cani facevano un gran parlare di democrazia cristiana, Salvemini con numerose citazz'oni tratte da endcli– che di vari papi dimostrò che il concetto dz' democrazia che si ricava dalle allocuzioni papali rassomiglz'a assai poco al concetto moderno di democra– zia politz'ca, e fu piuttosto inteso da Leone XIII e da altri pontefici come azione socz'alea favore dei poveri e come benefictnza e carità cristiana. Queste polemiche con cattolt'ci americani come il Flannery e poi con Don Sturzo, di cui si trovano numerosi documenti in questa raccolta, con– servano tuttora almeno in parte un valore attuale. Tuttavz·a, bz'sogna rz'co– noscere che, dopo la vittoria delle democrazie sull'Asse, la Chiesa Cattoli– ca si è adattata a convivere coi vi'ncitori; e che sul piano pratico i partiti cattolici dell'Europa occidentale hanno accettato le regole del gioco politi– co democratico; anche se, per altro-, nessuno dei Papi ha ancora mai scon- , fessato apertamente gli anatemi che i pontefici del secolo decimonono e dei primi decenni del seçolo ventesimo lanciarono contro il liberalismo, la democrazia e il socialismo. Gli americani, argomentava Salvemini, sopravvalutano l'influenza po– litica esercitata dal Papa in Italia, e questo errore di prospettiva si spiega col ritenere che un cattolico italiano sia altrettanto devoto alla Chiesa ed al Vaticano come un cattolico irlandese, canadese o polacco. Le statistiche che danno la quasi totalità degli italiani come di religione cattolica sono ingannatrici. Nel bel saggio È l'Italia un paese cattolico? 2 Salvemini dimo– stra che i veri cattolici in Italia sono all'incirca un quinto della popola– zione italiana, poiché questa è composta in massima parte di battezzati cat– tolici, ,: quali in pratica sono religiosamente indifferenti quando non sono addirittura atei, mentre nelle classi popolari prevalgono gli elementi che sono cattolici soltanto di nome, ma in realtà sono rimasti allo stadio dell'idolatria. E anche i veri cattolici, quelli che Salvemini chiama "i mi– stici," lo sono piu in senso strettamente religioso che nel senso di ubbidire alle direttive politiche delle gerarchie ecclesiastiche. Quando nel 1919 venne formato da Don Sturzo il Partito Popolare, nelle elezioni a suffragio uni- 2 In "The Protestant," settembre-ottobre 1943. XIX BibliotecaGino Bianco

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