Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo III

Salari e costo della vita al tempo del "bolscevismo" italiano Nel marzo 1921 si fece un gran parlare di un certo patto colonico mediante il quale i fascisti della provincia di Ferrara promettevano di tra– sformare i braccianti agricoli in piccoli proprietari indipendenti, grazie alla generosità dei proprietari terrieri pervasi di spirito fascista. I particolari di questo patto erano i seguenti: i vecchi proprietari avrebbero ceduto ai colti– vatori la terra per un prezzo da pagarsi in rate annue per un lungo periodo di tempo; ma il contratto doveva considerarsi adempiuto e regolarmente stipulato solo allorché il coltivatore avesse pagato l'ultima rata; mancando i compratori al pagamento di una sola rata, il contratto è da intendersi auto– maticamente invalidato e il vecchio proprietario rientrerebbe nel pieno possesso della proprietà trattenendo anche tutte le rate già riscosse; i coltiva– tori dovevano consegnare tutto il loro raccolto nei magazzini del venditore, il quale ne avrebbe curato la vendita trattenendo ogni suo avere prima di consegnare al coltivatore la somma residua; l'antico proprietario conservava il diritto di sorvegliare le coltivazioni intervenendo quando le ritenesse dannose alla terra. Il giornalista Mario Missiroli, attualmente uno dei piu fedeli seguaci di Mussolini, nell'agosto 1921 commentava questo patto nei seguenti . . term1n1: Esso è perfetto rispetto ai diritti ed alle garanzie, che si riserva il venditore, ma è sempre in formazione rispetto agli obblighi del compratore, il quale non ne può disporre liberamente se non esaurito il totale pagamento mercé il versamento dell'ultima quota. La reciprocità è assente. Non solo; ma mentre liinita l'uso e il godimento della terra e la stessa sua coltivazione alla vigilanza ed al controllo del venditore, stabilisce una clausola conclusiva, che è addirittura mortale: il mancato pagamento di una sola quota di ammortamento manda a monte il contratto! E si ha cura di avvertire che perfino gli eventuali disastri, dovuti a cause di forza maggiore [ cioè inondazioni, terremoti, nubi– fragi, ecc.], sono a carico e danno esclusivo del compratore, il quale non potrà nemmeno appellarsi alla forza maggiore nel caso di mancato pagamento di una sola quota 1 17 Un fascista di origini sindacaliste, Agostino Lanzillo, nel 1922 scriveva: Assai istruttiva la descrizione che Missiroli fa delle condizioni della sua regione, anche perché non è diversa da quella che è narrata da altri nei riguardi delle Puglie, dell'Umbria, della Toscana, del Parmense. Qui l'ideologia del fascismo milanese è fraseo– logia che copre il contrabbando di una organizzazione di classe agraria, diretta a frantu– mare le organizzazioni dei contadini e ad impedire che i contratti agrari siano rispettati o rinnovati1 18 Nella provincia di Ferrara il patto socialista del 1920 aveva assicurato al bracciante un salario che variava da lire 1,00 a 2,30 l'ora secondo la sta– gione; con il patto fascista del 1922 il salario orario va da lire 0,85 a 2,00. 19 Non sarebbe giusto, tuttavia, attribuire esclusivamente ai fascisti la diminuzione dei salari industriali e agricoli. Come abbiamo già ricordato, p. 233 riproduce un articolo dal "Popolo d'Italia" assolutamente entusiasta del patto di Cremon;, ma non fa alcun cenno a quali risultati effettivi esso producesse sui lavoratori. 11 M. MlssIROU, Il fascismo e la crisi italiana, Bologna, Cappelli, 1921, pp. 40-41. 1s A. LANZILW, Le rivoluzioni del dopoguerra, Città di Castello, Il Solco, 1922, pp. 225-26. 19 AVARNA DI GUALTIERI, op. cit., pp. 118-19. 147 Bibloteca Gino Bianco

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