Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I
Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 morte o, peggio, il suicidio, deve farsi un ' corpo ' di dottrine. (...) Io vorrei che nei due mesi che ci separano dall'Adunata nazionale si creasse la filo– sofia del fascismo italiano." 13 Il fatto vero è che i nazionalisti non avevano nessun bisogno di crearsi una filosofia, dato che da dieci anni ne avevano una propria, e i fascisti avevano ben altro da fare che crearsi una filosofia. Dopo essersi abbandonato sino al novembre del 1921 alle meditazioni filosofiche, Mussolini si presentò al congresso di Roma come se non ci fosse stato proprio niente ad indurlo a dimettersi da capo del movimento. Della cosa non parlò nessuno. Mussolini e Grandi si abbracciarono, e il capo che precede continuò a seguire i suoi seguaci. I nazionalisti esulta– rono: "Il fascismo (...) è del nostro sangue; e, quando avrà visto piu chiaro · dentro di sé e intorno a sé, quando sarà arrivato all'equilibrio intellettuale e d'azione di una maturità piu consapevole, sarà contento di venire accanto a suo padre. " 14 Mussolini aveva scelto bene il momento di seguire i suoi seguaci. Sino all'autunno del 1921, la parte di primo piano come eroe dei fascisti era stata ricoperta da D'Annunzio. Dopo che D'Annunzio aveva abbandonato il suo posto di condottiero delle camicie nere nel progettato colpo di mano del novembre 1921, il primo posto fu occupato da Mussolini. Da questo momento, egli divenne il solo ed indiscusso leader: "il Duce." I capi mi– litari e i nazionalisti che dietro le quinte tiravano i fili avevano bisogno di qualcuno che si assumesse pubblicamente la responsabilità del movimento antiparlamentare. Essi erano legati al Re e allo Statuto da un giuramento di fedeltà che non osavano violare apertamente e brutalmente. Attaccando il Parlamento e minacciando il Re qualora si fosse rifiutato di compiere il colpo di stato contro il Parlamento, i fascisti permettevano ai generali di presentarsi come mediatori tra il Re, verso il quale fingevano di rimanere fedeli, e i fascisti, il cui movimento facevano credere che fosse tanto forte da essere invincibile. Perché questa manovra riuscisse bisognava che il mo– vimento fascista fosse condotto pubblicamente da un uomo che, in forza del proprio passato, potesse minacciare e spaventare il Re. Il compito di Mussolini era tutt'altro che facile. Se si passano in ras– segna i gruppi che si vennero a mescolare nel movimento fascista, si tro- . verà che i primi Fasci del 1919-20 comprendevano elementi di tre diverse provenienze: 1) vecchi rivoluzionari, che nell'autunno del r914 avevano mostrato in modo piu o meno confuso una mentalità nazionalista, sebbene continuassero a chiamarsi rivoluzionari; 2) reduci appartenenti ai gradini piu bassi dei ceti medi, di cui la guerra aveva fatto tanti spostati, e che in modo disordinato si rivoltavano contro le sofferenze materiali e le delu– sioni morali legate al periodo di transizione tra la guerra e la pace; e 3) gio• 5 ,_,, /- 13 " Popolò d'Italia. " 14 " Idea Nazionale, " 2 7 novembre 1921. BiblotecaGino Bianco
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