Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Il "bolscevismo " italiano nel 1920 a denunciare il numero dei vostri figli, ma domani vi si costringerà a denunciare anche il numero esatto dei vostri capricci amorosi. Anche l'amore sarà - in regime di Stato so– cialista - standardizzato, tesaurizzato, diagrammizzato a uso e consumo e diletto dei centomila Alessandro Schiavi che sbocceranno in regime di socialismo di Stato. Se gli uomini avessero soltanto una vaga sensazione dell'abisso che li attende, il numero dei sui– cidi sarebbe in aumento: si va verso l'annientamento totale dell'individualità umana. Lo Stato è la macchina tremenda che ingoia gli uomini vivi e li rivomita cifre morte. La vita umana non ha piu nulla di segreto, di intimo, di ordine materiale o spirituale che sia: tutti gli angoli sono esplorati, tutti i movimenti cronometrati, ognuno è incasellato nel suo " raggio " e numerato come in una galera. Questa, questa è la grande maledizione che colpi la, razza umana, negli incerti cominciamenti della sua storia: creare, nei secoli, lo Stato, per rimanervi sotto, annientata! (...) Io parto dall'individuo e punto contro lo Stato. (...) Abbasso lo Stato sotto tutte le sue specie e incarnazioni. Lo Stato di ieri, di oggi, di domani. Lo Stato borghese e quello socialista. A .noi che siamo i morituri dell'individua– lismo non resta, per il buio presente e per il tenebroso domani, che la religione, assurda oramai, ma sempre consolatrice, dell'Anarchia! 14 Verso i contadini che qua e là occupavano le terre, Mussolini mostrava piena simpatia. Il 25 maggio 1920, scriveva: I contadini che oggi si agitano per risolvere il problema terriero non possono essere guardati da noi con antipatia. Commetteranno degli eccessi, ma vi prego di considerare che il nerbo delle fanterie era composto di contadini, che chi ha fatto la guerra sono stati i contadini. rs Se allora l'ondata rivoluzionaria non ruppe gli argini neppure nella pri– ma metà del 1920, la ragione non va ricercata nell'azione di Mussolini, e non soltanto perché egli fece tutto il possibile perché quell'ondata rompesse gli argini, ma anche perché in quel tempo la sua influenza era irrilevante. Nel– l'ottobre del 1919, i fascisti dichiararono che gli iscritti in tutta Italia al loro movimento politico erano 40.000, e 160.000 gli iscritti ai loro sindacati. 16 Ma questi dati erano una fantasia. Abbiamo visto che nelle elezioni del novembre 1919, in tutta la Lombardia Mussolini non raccolse neppure 6.000 voti, men– tre i socialisti ne ebbero 138.000 e i popolari 6r.ooo. A quel tempo, secondo un resoconto presentato al congresso nazionale fascista del novembre 1921, c'era– no in tutta Italia soltanto 17.000 fascisti 17 ; ma secondo quanto disse Mussolini in un discorso del 24 marzo 1924, per tutto il 1919 i fascisti d'Italia non arri– varono alla cifra di diecimila, 18 e secondo un comunicato ufficiale pubblicato nel Popolo d'Italia del 23 marzo 1929, i fascisti erano appena 870. Quest'ul– tima sembra essere la cifra piu probabile. La influenza che aveva Mussolini servf soltanto a rendere piu acuto il diffuso stato di agitazione. La " nevrastenia " italiana del dopoguerra fu detta " bolscevica " non H " Popolo d'Italia, " 6 aprile 19.20. 15 ". Popolo d'Italia, " .25 maggio 19.20. Questo articolo, come i due articoli citati sopra, del 1 .2 dicembre 1919 e del 6 aprile 19.20, sono stati soppressi nella raccolta ufficiale degli Scritti e .Dtsc!'rsi di Mussolini (Milano, Hoepli, 19'34-1940). 16 Tait cifre furono date al congresso nazionale dei Fasci, di ·Firenze, e al congresso del– l'Unione italiana del lavoro, che si tenne a Forli. 17 "Popolo d'Italia, " 8 novembre 19.21. 18 Discorso al teatro Costanzi in Roma, nel quinto anniversario dell'adunata di Piazza S. Sepolcro (MussoLINI, Scritti e Discorsi, IV, 64). Bibloteca Gino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy NjIwNTM=