Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I
Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 avanzati salvo che a quello anarchico, è veramente tragica. (...) Il popolo aspettava un se– gnale, un ordine; ma il segnale e l'ordine non vennero mai, né avrebbero potuto venire (...). La gente applaudiva e poi se ne faceva ritorno a casa. La minima iniziativa popolare avreb– be dato il via alla valanga, e probabilmente sarebbe cominciato un nuovo capitolo di storia. Ma ciò non doveva essere. 2 Secondo Nettlau e gli anarchici, "ciò non doveva essere" perché i "lea– ders " socialisti, sia quelli di destra che i massimalisti e gli estremisti, non solo non dettero né segnali né ordini, - e nel fare ciò rimasero nei limiti del loro dovere perché non avevano nessun diritto di darne - ma soffocarono le iniziative rivoluzionarie non appena queste si presentavano, invece di favo– rirle, diffonderle e potenziarle sempre ed ovunque. 3 La stessa accusa fu sol• . levata dagli estremisti contro i massimalisti, e sia da questi che da quelli con• tro i socialisti di destra. Le radici dell'accusa erano le stesse per tutti: il con– cetto che esistesse un "proletariato rivoluzionario," desideroso di ribellarsi e capace di trionfare, se a un certo punto non vi fosse stato qualcuno a tradire e paralizzare i suoi impulsi naturali. La "minima iniziativa popolare" che Malatesta auspicava e attendeva, non si realizzò mai, non perché i "leaders" tradissero il prqletariato, ma perché il "proletariato rivoluzionario" era una finzione della loro fantasia. Anche se Malatesta non credeva di avere il diritto di dare degli ordini e si recava disarmato ai comizi popolari, molti dei suoi seguaci vi partecipavano ben muniti di pietre, bastoni e rivoltelle, incitando alla lotta immediata e provocando scontri con la polizia. Se il " proletariato " fosse stato quella massa rivoluzionaria che aveva soltanto bisogno del segnale, un ordine per "dare il via alla valanga," come scrive Nettlau, esso avrebbe avuto segnali e ordini in quantità, anche troppi. Ma a questi ordini si fece sempre orecchi da mercanti. Il "proletariato," cioè coloro che partecipavano a comizi e dimostrazioni, poteva scegliere tra gli anarchici che lo incitavano a sollevarsi, Malatesta che non dava ordini, e i n1assimalisti che consigliavano di aspettare la "grande ora." Il proletariato applaudiva i discorsi piu altiso– nanti, dava sfogo con gli applausi alle vaghe speranze di un mondo migliore, e poi tutti tornavano a casa aspettando che questo mondo migliore piovesse dal cielo. Solo una piccolissima minoranza si dava da fare per un'azione di– retta immediata, attaccando la polizia e lasciando sul campo un certo numero di morti, spesso persone che si trovavano sul posto per caso e rimanevano uccise senza sapere perché. A questo punto il "proletariato" proclamava uno sciopero generale di protesta ed era tutto finito, pronti però a ricominciare da capo alla prossima occasione. Anche in Germania, nel gennaio del 1919, il "proletariato," costretto a scegliere tra Ebert e Noske da un lato, Rosa Lux– emburg e Karl Liebknecht dall'altro, scelse i primi; ma allora in Germania le condizioni obiettive per una rivoluzione sociale erano infinitamente meno favorevoli che in Italia, se la dottrina marxista fosse stata giusta. Spogliate 2 M. NETTLAU, Errico Malatesta, New York, Casa editrice Il Martello. 1921, pp. 300-3or. 3 Una spiegazione analoga a quella data da Nettlau si trova in A. BORGHI, Errico Ma– (atesta in 60 anni di lotte anarchiche, New York, Edizioni sociali, 1933, pp. 184-189. 506 BiblotecaGino Bianco
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