Gaetano Salvemini - Scritti sul fascismo I

Lezioni di Harvard: L'Italia dal 1919 al 1929 il papa come potenza terrena che conta; per loro il papa ideale sarebbe S. Pietro che possedeva solo una barca e una rete da pesca. Quando il 25 luglio 1929 Pio XI apparve in Piazza S. Pietro con la pompa di un sovrano orientale, uno di questi italiani mi– stici disse: "Avrebbe fatto meglio a portare il viatico a un ammalato." Appena mez– z'ora prima aveva parlato del papa con emozione, come dell'essere in cui " il corpo mistico della Chiesa prende forma reale e vivente. " L'Italia mistica non vuol sentir parlare di quanto accade a Roma; pensa che a Roma è bene non andare per non cor– rere il rischio di perdere la fede. Di solito l'Italia mistica non si interessa di politica, che per la salvezza dell'anima è anche meno importante delle controversie dogma– tiche. Queste persone sono di una grande bellezza morale, ma politicamente sono inerti. Tipi di questo genere si trovano spesso nei romanzi russi, per esempio Platone Karaiev di Gtterra e Pace. Ma talvolta accade che i mistici si interessino di politica; in questi casi, pur senza sfidare mai gli insegnamenti dogmatici della Chiesa, agiscono con una libertà che sconcerta e spaventa l'alto clero. Dante condannò severamente l'attentato di • Nogaret e Sciarra Colonna contro la vita di Bonifacio VIII, in quanto Bonifacio era il Vicario di Cristo; ma riservò nel suo inferno un posto allo stesso Bonifacio VIII, in quanto lo considerava un papa simoniaco. Girolamo Savonarola è un altro esempio tipico di questo misticismo italiano. Nello spirito di questa grande razza di mistici è sempre esistita una netta separazione tra problemi religiosi, in cui l'autorità della Chiesa e del papa è indiscutibile, e problemi politici, in cui il cittadino deve prender consiglio solo dalla propria coscienza. Quando fu sul punto di morte, Cavour, che era stato scomunicato, mandò a chiamare il suo parroco, Padre Giacomo, e chiese di confessarsi. Padre Giacomo gli dette l'assoluzione, e venne per ciò chiamato a Roma per rendere conto del suo ope– rato. Pio IX gli intimò di riconoscere per scritto di aver mancato ai suoi doveri eccle– siastici. Padre Giacomo rispose che aveva agito secondo coscienza, e si rifiutò di fare la dichiarazione che gli veniva richiesta. 2 Non era né un teologo né un politico di professione, era un mistico; nel dare l'assoluzione al suo penitente seguiva la sua co– scienza e il buon senso, e non il diritto canonico. Forse un caso del genere, in Irlanda, in Polonia, nel Canada francese o anche negli Stati Uniti, sarebbe impossibile. Don Bosco, che fondò l'ordine dei salesiani ed è stato santificato, non si interessò mai del potere temporale del papa, per quanto tale potere venisse annientato proprio sotto i suoi occhi. I tre maggiori scrittori cattolici italiani dell'Ottocento furono Man– zoni, Rosmini e Fogazzaro. Manzoni fu senatore del Regno, e votò in favore della soppressione del potere temporale in Roma, nonostante che il papa scomunicasse tutti coloro che favorivano e incoraggiavano tale "usurpazione"; le opere di Rosmini furono messe all'Indice; Fogazzaro fu accusato di modernismo, e uno dei suoi romanzi messo all'Indice. Se fosse vero che l'Italia è un paese effettivamente cattolico, tutta la storia d'Italia nel secolo diciannovesimo sarebbe un enigma insolubile. Tra il 1848 e il 1880, le scuole furono sottratte al controllo del clero cattolico, il matrimonio religioso perse la sua validità civile, il clero venne privato di tutti i privilegi che reclamava secondo il diritto canonico, e la maggior parte delle sue proprietà furono confiscate, venne con– cessa la piu ampia libertà di propagazione a tutte le fedi e le organizzazioni religiose, e finalmente - e non fu certo il fatto meno importante - il papa fu spogliato della sua sovranità sopra l'Italia centrale. Il papa scomunicò tutti coloro che ebbero parte in questa legislazione anticlericale, ma alle sue scomuniche nessuno prestò particolare attenzione. Durante il Risorgimento il movimento cattolico italiano reclutò le sue forze, o piuttosto le sue debolezze, soprattutto tra i seguaci delle vecchie dinastie, nell'alto clero mummificato, e fra quei politicanti litigiosi che si professavano fedeli alle concezioni assolutistiche di De Maistre. Tutta questa gente non dette un solo martire alla causa ~ A. CoMANDINI, L'Italia nei cent'anni del secolo XIX, Vallardi, Milano, IV, pp. J08, I 35-38. 422 BiblotecaGinoBianco

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