Scuola ·privata e scuola pubblica designazione, dato che non è accertata nel libero docente la conoscenza della lingua greca, e dato che è discutibile la opportunità di affidare un insegnamento di storia del cristianesimo a un docente di "credenza palesemente non cattolica." La conoscenza della lingua greca deve essere stata tenuta in considerazione da chi concesse la libera docenza in storia del cristianesimo. L'ostacolo vero è la "credenza palesemente ( !) non cattolica." Gli altri tre insegnanti passano sopra a quella obiezione, e lo stesso autore di essa vota l'incarico al libero docente. Votazione unanime, dunque. La faccenda dovrebbe finire, ma non finisce qui. Il 27 novembre, informato a tambur battente di quanto è avvenuto, piove a Messina il gesuita Giacon, che è stato professore di storia della filosofia nella Facoltà, ma non avrebbe piu nulla da trafficare, dato che è in corso la pratica del suo trasferimento all'Università di Trieste. Il gesuita traffica egualmente, cioè protesta vivacemente coi professori di geografia e di storia moderna, per l'assegnazione di un incarico di storia del cristianesimo ad un valdese. I due gli rispondono che "una Facoltà, la quale tre anni fa ha aperto le porte a un gesuita, in nome della libertà della cultura non deve mettere ostacoli oggi per un riformato" (intervista del professore di geografia, Lucio Gambi, con la Voce repubblicana del 24 dicembre). Il giorno dopo 28 novembre (e poi si dice che le cose in Italia vanno a rilento!) il Senato accademico, cioè il consiglio di tutti i presidi di facoltà, presieduto dal Rettore, rinvia alla Facoltà la decisione invitandola a motivare la scelta "convenientemente ed esaurientemente." Il preside della Facoltà la convoca il 30 novembre - si procede a tutto vapore quando c'è da obbedire a certi padroni! - E la Facoltà non motiva né convenientemente né esaurientemente nulla, ma due dei quattro insegnanti si rimangiano il voto del 24 novembre, e sono il preside e quello che aveva manifestato qualche dubbio sulla "credenza palesemente ( !) non cattolica" del libero docente. Costui, questa volta, scopre che la storia del cristianesimo in Messina non servirebbe a niente, dato chè per la parte filosofica rientra nella storia della filosofia, e per la parte religiosa rientra nella storia delle religioni, insegnamenti entrambi rappresentati nella Facoltà. Se n'è avvisto solamente dopo che è arrivato a Messina il gesuita. Confermano, invece, il voto precedente gli altri due insegnanti. Siccome a parità di voti prevale quello del preside - personaggio che non parla - il gesuita ha causa vinta. Allora l'insegnante di geografia, che ha votato nuovamente per l'incarico, fa mettere a verbale la sua protesta contro una votazione "di cui non sa trovare giuste e chiare ragioni, e in cui purtroppo crede di vedere solo una manifestazione di intolleranza e di persecuzione verso la minoranza religiosa in Italia a cui appartiene il prof. Gonnet." E l'altro insegnante, di storia moderna, si associa alla protesta. Allora, quello al quale non piaceva "la credenza palesemente ( !) non cattolica" del Gonnet, spiega come qualmente "ritiene inutile ed anzi dannoso per la Facoltà, 952 BibliotecaGino Bianco
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