Scuola privata e scuola pubblica Frattanto i deputati "democratici" potrebbero mettere a posto, per conto loro, i loro galoppini, senza le pastoie dei concorsi: e questo sarebbe indubbiamente un grande trionfo per quella forma tradizionale di laicità, che consiste nel procurare impieghi ai propri elettori e fratelli. Ma possibile che in Italia nessuno degli spasimanti per la laicità della scuola pubblica si avveda che, continuando con gli attuali metodi di scelta degli insegnanti, la scuola pubblica italiana minaccia di diventare a poco a poco un feudo del clero? Il ministro Anile - del Partito popolare - è andato, alcuni giorni or sono, nel Senato a leggere un panegirico delle scuole private a indirizzo cattolico. Io non mi sento nessun gusto di protestare. Il ministro deve portare al governo le idee di deputato; e tutti conoscevano le idee del deputato Anile. Ed è ben strano che i senatori abbiano protestato contro l'on. Anile. Pretendevano forse che il ministro dicesse il contrario di quanto aveva sempre detto da deputato? Questa, certo, è l'abitudine degli uomini politici liberali e democratici. Ma se il Partito popolare disperderà questa abitudine, sarà tanto di guadagnato in serietà per la vita pubblica del nostro paese. L'on. Anile, dunque, può pensarla come gli pare e piace sulla superiorità delle scuole private cattoliche di fronte alle scuole pubbliche non confessionali. Ma, quali che siano le sue opinioni su questa materia, egli ha il dovere di provvedere affinché le scuole pubbliche funzionino secondo le leggi esistenti. E deve evitare ogni sospetto che egli voglia, prevalendosi del suo ufficio di ministro, perpetuare lo scandalo e il disordine illegale delle supplenze per sabotare le scuole pubbliche e favorire cosi lo sviluppo delle scuole private. Deve evitare il sospetto che egli voglia approfittare del regime delle supplenze per provvedere alle nomine dei nuovi insegnanti, di sua iniziativa, con criteri confessionali, che sarebbero illegali. - Esegua, dunque, lealmente la legge sullo stato giuridico degli insegnanti medi: cioè convochi subito le Commissioni esaminatrici dei concorsi già banditi, e bandisca immediatamente i concorsi per tutte quelle cattèdre, che si può prevedere resteranno vacanti al principio del prossimo anno scolastico. Sarà questa, anche, la via corretta per sistemare una volta per sempre la condizione dei supplenti, che si sono accumulati, come ho già accennato, a migliaia. I supplenti, che aspirano a passare nei ruoli, partecipino ai concorsi, e otterranno il diritto di essere soddisfatti n,el loro desiderio, se riusciranno vincitori. Quanto agli altri, che non vogliono correre l'alea dei concorsi, o non riescono ad entrare nelle graduatorie dei vincitori, quelli l'on. Anile li prenda sotto la sua protezione, se li crede degni; ma li metta nelle sue scuole private, e non pretenda di conservarli o di ficcarli come supplenti nelle scuole pubbliche. Perché le scuole pubbliche non appartengono né ai ministri, né ai deputati, né ai professori disoccupati. Appartengono al paese che le paga, e debbono essere amministrate secondo le leggi del paese che le paga. 942 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==