Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

lA riforma della scuola media giori da cui tutte le scuole sono travagliate. E fino a quando gli ordinatori degli studi continueranno ad essere schiavi della perniciosa ubbfa che sia ufficio della scuola imbottir di stoppa enciclopedica i cervelli degli alunni, nessuna utile riforma sarà mai lecito sperare. Quale Ministro, infatti, se crede al dogma augusto della "cultura generale," oserà mai riordinare, per esempio, la scuola classica con l'idea che la scuola classica deve essere... classica, e che in essa gl'insegnamenti scientifici devono avere una parte assai modesta e un ufficio sussidiario, e che il posto d'onore dev'essere occupato dalle lingue e dalle letterature classiche? Possibile - dirà egli a se stesso - che "l'uomo e cittadino" ignori questa e quest'altra legge fisica, questa e quest'altra teoria matematica, questa e quest'altra forma anatomica? E se la ignoranza non è lecita, come diminuire gli orari degl'insegnamenti scientifici a vantaggio degl'insegnamenti classici, mentre tutto dimostra che i primi sono assolutamente inadeguati? Messi dinanzi a questa difficoltà insormontabile, gli ordinatori degli studi o consumeranno tutte le loro risorse ad alleggerire il peso di una parte per aggravarlo in un'altra; oppure sotto la pressione degli specialisti interessati continueranno ad infarcire ed aggravare sempre piu la enciclopedia liceale.15 E quand'anche si trovassero a presiedere alle scuole uomini capaci di far getto dei pregiudizi antichi, le riforme da essi escogitate naufragherebbero sempre contro la ostilità o la impreparazione degl'insegnanti. Dei quali, gli uni protesterebbero per i sacrifizi imposti alla loro materia; ed esclusi dalla scuola tempesterebbero per rientrarvi, o ridotti ad orari piu ristretti griderebbero vendetta per la loro dignità violata, e in attesa di una restaurazione e magari di una reazione a vantaggio degli studi del loro cuore, continuerebbero a fare né piu né meno di quel che facevano prima, cioè si crederebbero sempre obbligati a travasare negli alunni tutta la propria scienza, con l'aggravante di doverlo fare in un piu breve orario, e quindi opprimendo piu duramente la memoria e lasciando inerte la riflessione. Gli altri approfitterebbero del piu largo spazio lasciato alla loro materia, non per curare con piu agio i fini educativi della scuola, ma per moltiplicare la congerie dei fatti da introdurre nella "cultura generale" degli alunni, e sospinger questi piu innanzi che fosse possibile nella conquista della erudizione enciclopedica. L'insegnante di lingue classiche, per esempio, continuerebbe a dire a se stesso: "Possibile che i miei alunni conoscano solo quei pochi autori che è lecito studiare in classe? sarebbe strano che non avessero nessuna notizia di grandi scrittori come Esiodo, Eschilo, Sofocle, Euripide, Demostene, Pindaro, Aristofane, Ennio, Plauto, Terents Proprio mentre diamo l'ultima occhiata al manoscritto, leggi~mo nel. "<;;ior?,ale d'I~a~ia," del 6 dicembre 1907: "Una importantissima decisione è stata presa m questi g1orm dal mm1stro della Pubblica Istruzione: d'ora innanzi la storia dell'arte entrerà ufficialmente nei programmi degli stud1 secondari e a impartirne l'insegnamento saranno chiamati speciali insegnanti..: Perch~ era veramente assurdo che in un paese come l'Italia, dove i tesori d'arte ecc. ecc." Glt alunni dei nostri licei avranno, dunque, un professore di piu; e impareranno cosi a detestare anche 1~ storia dell'arte. Però i professori di storia dell'arte nelle università potranno mettere a posto 1 loro caudatarì; e questo è l'importante! 295 BibliotecaGino Bianco

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