Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica L'insegnamento altro non è che una pletorica, frettolosa, spasmodica accumulazione di fatti, del maggior numero possibile di fatti. IV E tutto si riduce per gli alunni ad uno sforzo di memoria mcessante e ansimante. Non hanno il tempo né di fissare le idee, né di riflettere, né di assimilare. Non acquistano né solidità di conoscenze né precisione di giudizio. Non imparano né ad osservare né ad analizzare, né ad astrarre, né ad associare né a definire. Non sospettano neanche che esistano idee generali, quelle idee senza cui non è possibile dare a sé regole riflesse e costanti di condotta. E poiché i fatti abbandonati a sé soli, non collegati in sistemi, non illuminati di idee, non sono nulla, non interessano, e perciò non restano nella memoria, tutto l'insegnamento si riduce a un continuo inutile conficcar chiodi nuovi, i quali non hanno altra funzione se non quella di cacciare di posto i chiodi antichi. La cultura è stata definita con un paradosso profondo: "ciò che resta nella nostra mente dopo che abbiamo dimenticato tutto quello che avevamo imparato": ebbene la "cultura generale," quale viene intesa nelle nostre scuole, è la negazione della cultura: dopo avere studiato tutto e altre cose ancora, la piu parte dei nostri alunni non conserva in mente nulla di nulla. È uno sperpero forsennato di energie, un noioso e passivo lavoro di ascoltare e ripetere e dimenticare e ricominciare, in cui gli alunni mortificherebbero in sé ogni spirito d'iniziativa personale e critica, si disgusterebbero di ogni studio, perderebbero ogni curiosità scientifica ed ogni senso d'arte, se per nostra fortuna la natura umana non avesse in sé capacità infinite di adattamenti, se dalla degradazione intellettuale che la scuola produrrebbe, i piu non si difendessero ... studiando il meno possibile, ingegnandosi di carpire la promozione e tumultuando quando non sono promossi. Si ripete fino alla sazietà che nelle nostre scuole c'è troppo sovraccarico intellettuale; ma ci si lascia illudere dalle apparenze: nelle nostre .scuole ci sarebbe un intollerabile sovraccarico intellettuale, se gli alunni volessero seguire con coscienza e diligenza tutte le discipline; ma prima assai di arrivare al sovraccarico essi se ne salvano studiando il meno possibile e qualche volta niente del tutto. E in siffatto perenne sforzo per ingannare il maestro, in quegli scoppi d'indisciplina presuntuosa simili alle ribellioni cieche dell'animale troppo irragionevolmente maltrattatò, ogni nativa generosità si corrompe, la frode e la violenza diventano abitudini del carattere: quel che si salva d'intelligenza, si perde a misura di carbone in moralità. In questo pregiudizio funesto della "cultura generale," e nella eccessiva specializzazione degli insegnamenti, e nella imperfetta preparazione filosofica, scientifica, didattica dei maestri stanno le prime radici dei mali peg294 BibliotecaGino Bianco

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