Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La riforma della scuola media Per ~ortuna i migliori, dopo una lunga vigilia di passione,13 trovano nel loro mgegno e nell'affetto per la scuola la forza di reagire contro le tenden~e pern!ciose dell'ambiente in cui sono stati allevati; oppure, essendo stati seccati mortalmente, da molti loro maestri, cercano d'istinto nuove vie per non seccare altrettanto i loro discepoli, imitando i metodi di quei pochi le cui lezioni riuscirono ad essi nella loro adolescenza piu gradite. E basta che in una scuola entri a insegnare un uomo veramente vivo, perché tutte le anime degli alunni vibrino di un fremito piu rapido e piu intenso, e si raccolgano con fervido affetto intorno all'opera di quell'unico maestro che sa metterle in moto; e quella diventa la materia principale, la materia fondamentale, la materia unica della scuola, che è professata dall'insegnante che ha piu alto l'ingegno e piu caldo il cuore; e da essa si sprigiona tanta forza di educazione intellettuale e morale, che anche le materie insegnate dagli uomini morti ne vengono pervase, vivificate, illuminate. Vi è qualche liceo, in cui l'insegnante d'italiano è un imbecille, ma gli alunni scrivono splendidamente l'italiano per merito del professore di ... fisica. La vita è sempre piu forte della morte. Ma i mediocri, cioè i piu, cresciuti in un gretto materialismo intellettuale, educati nell'Università al feticismo dei fatti disgregati e al terrore delle "idee generali," specialisti muniti di paraocchi da ogni parte per non fissare che il solco della loro erudizione, privi di ogni concezione un po' alta intorno alle tendenze della società in cui vivono, alla funzione sociale della scuola in cui insegnano, ai fini specifici del proprio insegnamento, privi - strana contraddizione - nel loro specialismo esagerato di ogni corredo e lievito di vera ed utile "cultura"; molti, troppi dei nostri insegnanti, quando sieno messi di fronte a un libro di testo - con quale criterio, con quale "idea generale" scegliere il libro di testo? 14 - non sanno distinguere il principale dall'accessorio; non sanno isolare dalle altre la nozione che merita l'attenzione dello spirito, e presentarla in maniera che l'intelligenza dell'alunno nel cogliere il dato nuovo precepisca le relazioni che l'uniscono ai dati antichi e componga con essi un tutto. Il Si vedano nei Discorsi e scritti di GIUSEPPE KIRNERpp. 17-37, le pagine intime, in cui il Kirner racconta a se stesso le angosce e i dolori sofferti per la smania di imparare "fatti, nomi, date, notizie d'ogni genere," credendo che fosse questo il suo dovere di buon insegnan_te;. e i rimorsi da cui era angustiato, perché sentiva di non saperne mai abbastanza; e come co!Ilmc1arono a nascere in lui i primi dubbi che il suo metodo di studiare e d'insegnare fosse sbagliato; e come alla fine si liberò dal bizantinismo erudito ed enciclopedico, per curare invece "la piu bella fa. coltà dell'uomo e la piu utile, quella cioè di ravvicinare i fatti e col ragionamento dedurre nuove verità: quella di scoprire sempre nuovi aspetti, sotto cui il vero si presenta." Sono pagine s11;1pende per sincerità, commozione e altezza morale:. ed ?gni. insegnant: d:i:7re~be ~eggerle e med!t~rle e prenderne coraggio per ribellarsi contro la. u_ranma d1 ~n pr~gmd1Z10.1rrag10n~vo~e.e ~m1c1da. t4 Sono generali le proteste delle famiglie contro 11 vanare coi:i,tmu? dei hbn _d! testo; e i ministri han creduto di risolvere il problema col solito metodo giacobmo e semphc1sta dei divieti: un libro una volta adottato non si deve mutare se non dopo trascorsi tre anni! Ottimo provvedimento p~r gli editori ma pessimo per la scuola: perché un libro, che sia veramente superiore a quanti lo hanno preceduto, non si può tenere_ in quarantena solo ~erc~é è nuovo. Ma purtroppo in moltissimi casi avviene che gl'inse~nan_tt, co~e non sono .~d~u. da nessun criterio sicuro nell'insegnamento, cosi scelgano a caso 11 libro d1 testo: e tutti 1 hbn sono ca!• tivi; ed è un mutare e rimutare continuo, e un andare in cerca del hbro buono, mentre la ongine del male è altrove: è nella testa del professore. 293 BibliotecaGino Bianco

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