Problemi di riforma scolastica specie di cultura micrologica, come poi s'è chiamata, quando s'è cominciato a esserne stanchi, non si può dire davvero che non sia. stata salubre. Ma questa scienza, questa spiritualità a pezzettini, e quindi, se non morta affatto, anemica e senza fiato, questa spiritualità, da cui la religione era stata scacciata, e in cui la filosofia non riesciva a sorgere, e ogni grande fede politica o sociale non aveva materia da alimentarsi: questa spiritualità, cosf poco spirituale, ha plasmate di sé le nostre scuole; e ci ha date le scuole piene di grammatiche, di stilistiche, di manuali mnemonici, di retroversioni, di componimenti, di antologie, di tutte quelle belle cose di cui abbiamo infarcite e stancate le anime dei giovani, screditando sempre piu le nostre istituzioni scolastiche, senza poter dire poi neanche a noi stessi a qual fine fosse indirizzata l'opera nostra, qual forma viva e concreta di spiritualità speravamo che uscisse dal nostro insegnamento. L'educa. zione scientifica dei nostri insegnanti, i quali fanno poi le nostre scuole, non dà uomini: dà, nei casi piu favorevoli, i trascrittori di codici, gli editori di testi, gl 'indagatori di fonti, gli studiosi della satira del '500 e della novella del '300, i dantisti; dà gli studiosi, non di filosofia, ma di etica, ma di pedagogia, ma di storia della filosofia: dà uomini ritagliati, per cosf dire, sul fondo dell'umanità ... Molte volte, però quello che produce quell'educazione scientifica, è lo scetticismo e il logorio di tutte le forze spirituali.11 Le meilleur éducateur - scrive con profondo intuito il Lavisse - est celui qui connait le mieux son temps, qui perçoit plus finement les grands traits caractéristiques de la vie contemporaine, et qui jouit de cette vie et qui en souffre. Il faut, sans doute, qu'il soit un philosophe, mais averti des réalités présentes par des mouvements de sensitive. Celui-là seul qui suit attentivemente l'évolution des idées et des moeurs saura quelle sorte d'esprits et de caractères cette évolution lui apporte; il connattra, soit les vagues aspirations, soit les vagues répugnances que l'esprit du temps met dans toute jeune tete, et parmi lesquelles s'en trouvent toujours de légitimes, à cotè d'autres qui peuvent etre mauvaises et dangereuses. Il saura en quoi il faut innover, où il faut résister, et quel traitement convient aux jeunes àmes d'aujourd'hui. S'il ignore les gènérations qu'il doit élever, celles-ci l'ignoreront à son tour: n'avons-nous pas eu tous des maitres, qui nous semblaient avoir cent é<ns plus que nous, au moins cent ans?12 Conoscere la vita del nostro tempo? goderne? soffrirne? seguirla con movimenti di sensitiva? Che parole son queste? Quando mai le abbiam noi sentite pronunziare? Non eravamo noi, anzi, al cospetto di parecchi nostri maestri, reprobi e forsennati, se mai osavamo torcere gli occhi dalle formule e dalle varianti, e guardare fuori della scuola e respirare l'aria della vita: al cospetto di parecchi maestri, che ogni genialità nativa avevano sacrificata alle esigenze di un sistema tirannico e malsano, e non cli cento, ma di mille anni erano piu vecchi che noi; anzi non erano mai stati giovani, non avevano mai vissuto? "Ciò che mi occorre adesso," dice nel romanzo Hard times del Dickens il positivo ed esoso Tom Grandgrind al maestro elementare, "sono dei fatti. Non insegnate a queste bambine e a questi bambini che fatti-: nella vita non si ha bisogno che di fatti. Non piantate in essi niente altro; sradicatene ogni altra cosa. Soltanto coi fatti voi educherete lo spirito di un animale ragionevole. Null'altro può esser utile." Oh, quanti Toms Grandgrind non abbiamo noi incontrati sulla nostra strada! 11 "Nuovi Doveri," fase. 11-13, p. 183. 1 2 A propos de nos écoles, Paris, Colin, 1895. 292 BibliotecaGino Bianco
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