Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La riforma della scuola media Lo scopo dell'istruzione che si dà nella scuola, non è quello di ottenere il rendimento massimo dell'intelligenza mentre tale istruzione dura, ma di assicurarne il rendimento massimo durante il periodo che segue alla scuola e che dura quanto la vita. Il valore di un'educazione si misura, non dal numero delle nozioni che nel momento in cui l'educazione finisce l'alunno può avere nella testa, ma da quanto la scuola lascia in lui di gusto, di slancio, di attitudine a istruirsi con un lavoro indefinitamente continuo. 2 Data, per esempio, una scuola nella quale, prendendo a base lo studio delle scienze e delle lingue e letterature moderne, si vogliano preparare agli studt professionali superiori e alla vita civile le future classi dirigenti, è necessario che essa si decida coraggiosamente a lasciare nella "cultura· generale" dei suoi alunni una lacuna al posto della cultura classica, se non vuole deformarsi e rinunziare in un affannoso e sterile enciclopedismo a tutti i vantaggi educativi del modernismo senza raggiungere quelli del classicismo. E viceversa una scuola che si fondi sullo studio delle lingue e delle letterature classiche deve lasciare vaste lacune nella cultura scientifica e moderna dei suoi alunni. Né queste lacune saranno le sole: lacune enormi rimarranno sempre tanto nella cultura scientifica e' moderna dell'alunno della scuola moderna, quanto nella. cultura classica dell'alunno della scuola classica. Le svariate conoscenze che sono indispensabili a chiunque voglia vivere consapevolmente la vita dei giorni nostri, gli alunni e dell'una scuola e dell'altra le apprenderanno da sé fuori della scuola e dopo la scuola, durante tutta la vita, di mano in mano che se ne presenterà l'occasione e la necessità. La scuola non deve dare all'alunno che il desiderio del sapere, alcuni fra gli strumenti piu adatti alla conquista di esso, e la disciplina intellettuale e morale necessaria a bene studiare e bene operare. Invece, tutto il nostro sistema scolastico - e non è disgrazia del nostro paese soltanto! - è fondato sulla seguente concezione della "cultura generale" e dei mezzi necessari ad acquistarla. 3 Si suppone che esista un uomo tipico: "l'uomo e il cittadino," riassunto, quintessenza e simbolo di tutta la società; poi si suppone che esista una "cultura generale," una enciclopedia di tutte le conoscenze che devono essere alla portata della sud2 BouTMY, nella prefazione a MAX LECLERC, L'éducation des classes moyennes et dirigea'!te~ en Angleterre, Paris, Colin, 1888, p. XVI. Vedi a questo pro?,os~t'? anch 1 e I~ ~;Ile oss~rvaztont del GENTILE, La riforma della scuola media, estratto dalla R1v1sta d Italta, gennaio 1906, pp. 6 sgg. · · · · · · H 1· 1903 3 Come ha notato il PIAZZI La scuola media e le classi dmgentt, Mtlano, oep 1, , p. 130, la "cultura generale" appa;tiene a quel genere di concetti molto indetermi?ati, che ognuno pensa a modo proprio, aggiungendo, togliendo, modificando_, secondo ~a forma o tl grado ~71 suo sapere. È un fatto, però, che i piu, pur aggiungendo, togliendo, ~~?1fica~do, nel!~ parole ~!tura generale" mettono sempre come concetto fondamentale quello dt una mformaz_10ne~01_:nmar~ea compendiosa di tutto ciò che può essere necessario o utile conoscere," quello, c10è dt .1~truz1one enciclopedica. E la "cultura generale" delle nostre scuole è _appun~onella realta la erud1z1on_eenciclopedica, anche quando alla formula "cultura generale" s1 dà m astratto un contenuto 11 d1verso e migliore. Noi in questo libro indicheremo sempre e combatte~emo senza . tregua la cu~tura generale" quale è intesa e voluta dai piu; e allorché vorremo esprtmere ~ltre idee, che_pu~ circolano sotto questa dicitura, adopreremo altre parole che valgano a non mgenerare equivoci. 283 BibliotecaGino Bianco

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