A Filippo Turati Capitolo primo Scuola enciclopedica e scuola educativa SOMMARIO. - I. "La cultura generale dell'uomo e del cittadino." - II. Gl'insegnanti speciali. - III. Il flagello dell'erudizione frammentaria. - IV. Pessimi effetti intellettuali e morali del presente 5istema e difficoltà di modificarlo. - V. La scuola educativa e il diritto dell'ignoranza. I Ognuno di noi sente che, se nella. convivenza sociale gli è possibile essere per sé e per gli altri qualcosa di diverso e di piu che una bruta forza produttrice - di merci materiali o intellettuali, poco importa - egli deve siffatta capacità, non solo a quell'insieme di nozioni dai confini relativamente precisi ch'egli è andato accumulando per i bisogni della sua speciale professione, ma anche a quel complesso illimitato e illimitabile di nozioni di tutti i generi, al cui acquisto non è stato indotto da previsioni utilitarie e da necessità professionali, ma dal desiderio libero disinteressato umano di coltivare il proprio spirito, di estendere il raggio delle proprie conoscenze, di vivere oltre la vita propria la vita degli altri. Ognuno di noi, insomma, sente piu che la opportunità, il bisogno e il dovere d . d " 1 1 " 11 " 1 · 1 " d. 1 passe ere una cu tura genera e accanto a a cu tura specta e e 1 ravvivarla senza tregua, per isfuggire la sorte di quei poveri esseri, che, pur forniti di notevole ingegno, per avere troppo specializzata la loro attività intellettuale, per avere troppo trascurata la loro "cultura generale," si sono sequestrati a poco a poco dal mondo, si sono addormentati in una specie di sonnambulismo professionale, si sono messi in condizione di non potere adoperar bene neanche la loro cultura speciale, non sono piu c_he misere bestie da soma, al cui lavoro tutti guardano con un senso di pietà e dileggio, anche quando lo trovano non indegno di rispetto e magari di plauso per la mole o per i risultati. E il diffondersi della "cultura generale," il moltiplicarsi dei campi di coincidenza fra le singole intelligenze, il determinarsi del maggior numero possibile di contatti e di intersezioni ideali fra i cittadini delle diverse classi e della classe medesima, se è fonte di vantaggi economici e di elevamento morale ai singoli individui, è anche e principalmente una necessità sociale. Che cosa sarebbe, infatti, la vita dello Stato, se ciascun cittadino si rinserrasse nel bozzolo della sua specialità economica, e vivesse ignaro e insensibile all'opera dei suoi vicini? Sarebbe possibile la permanenza e il perfezionamento degli odierni cosI complessi e cosI differenziati 281 BibliotecaGino Bianco
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