Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

La riforma della scuola media me ?rganiche uni:ersali importerebbero già per questo solo capitolo somme cospicue, che oggi mancherebbe persino il coraggio di chiedere. Né aumento di stipendio vorrei senza il resto, quel resto che a me (non professore di scuole medie, beninteso) importa molto di piu. Ma senza esemplificazioni e senza discorso un po' lungo corro rischio di essere frainteso, se non da voi, da parecchi certamente di coloro cui la bontà del vostro libro sedurrà a leggere anche questa lettera mia. La città x della regione Y d'Italia (è prudenza non porre nomi, neppure per semplice ipotesi: gl'infelici, cosa singolare, si hanno a male di esser chiamati infelici, anche se tali li dite per desiderio di farli felici!), è capoluogo di un popoloso distretto, dove ogni forma di cultura è pressoché un mito; e il capoluogo non ha nulla da invidiare al distretto. Un po' di scuole secondarie vi è indispensabile, non tanto per comodo di quelle dieci, venti, cinquanta famiglie, i cui ragazzi dovrebbero andare a cercare l'istruzione media troppo lontano, ma perché esse scuole, abbiano pur pochi scolari, sono per sé medesime importatrici di civiltà e di cultura. È probabile che appunto per queste analoghe considerazioni vi fu già da tempo istituito, poniamo, il Ginnasio-Liceo e la Scuola tecnica. Ma come? Un vecchio convento, magari le dispense, le cantine, le scuderie di un vecchio convento, di un vecchio castello baronale, divennero ad un tratto, per incantamento, forse senza neppure una mano di bianco, aule scolastiche, palestra, gabinetto di fisica e di storia naturale, ufficio di Presidenza e di Direzione, µE't&. XPi)O"'ti)PLWV x<.x.Ì. <.x.Vi)XÒV'tWV 1ta:.V'tWV insalubri, immondi, schifosi. E se non sarà addirittura schifo, mancherà luce, aria, sole -, tutta insomma quella grazia di Dio che è pur essa amminicolo di educazione e di cultura, per lo meno quanto un teorema sul1' eguaglianza dei triangoli o una coniugazione di verbi contratti. Un corridoio sudicio e buio o una stamberga umida e fredda è "la biblioteca," un sottoscala indecente è "il museo," non giardino, non sala di lettura, di conversazione, di giuochi: nulla invita a trattenervisi piu di quanto è strettissimo dovere, tutto tenta a far dimenticare anche lo strettissimo dovere. Direttori, maestri, scolari, inservienti non sanno sempre resistere alle tentazioni. È forse utopia pretendere che una grande nazione civile, riconosciuto il bisogno di scuole medie nella città x, vi spenda senz'altro duecentomila lire per un edifizio scolastico sano, decente, comodo? Il male è che nella città x non vi sono neppure libri: il "Circolo patriottico," dove i piu colti convengono, ha smesso l'abbonamento alla Lettura, perché nessuno la leggeva. C'era bensf al tempo dei tempi la biblioteca del convento (" magnifica biblioteca," dicono gl'indigeni: "c'erano anche delle opere di ,belle lettere"), ma gli ultimi frati - e c'è chi ne ricorda i nomi - trafugarono non si sa dove quello che pareva avesse un certo valore, e venderono a peso di carta il resto. . Convien dunque rimediare anche a questo. Possibile che maestn e scolari non abbiano a vedere un buon po' dei libri che nella scuola stes273 BibliotecaGino Bianco

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