Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi di riforma scolastica te lo spinto che la informa: la guerra senza tregua, rl.cr1to\18oc; se non CÌX'T}O\IX"t'Oç, indetta a quella ipocrita democrazia e a quel malaugurato opportunismo, che con altisonanti parole quasi nulla hanno fatto per la scuola del popolo minuto, non hanno provveduto ai bisogni dei mediocri di talento o di fortuna, hanno egregiamente imbarbarita, intristita, snaturata la scuola di elevata cultura. Lo sapete, e non dovrebbe esserci bisogno di ripetervelo: queste vostre idee sono anche le mie. Che se di solito ho dimostrato interesse finora quasi esclusivamente per le sorti della scuola classica, voi non ignorate la ragione che prudentemente mi consiglia questa unilaterale e monca considerazione del vario e complesso problema scolastico italiano. La dirò per i molti benevoli che l'ignorano, e in buonissima fede mi rappresentano come, non vo' dir peggio, feticista del classicismo. La ragione è la troppo insufficiente preparazione psicologica, pedagogica, politico-sociale a trattar di scuole in cui non ho né studiato né insegnato, che non conosco abbastanza per altre vie, che non hanno con gli studii miei né affinità né simpatia. Ma questo intendo abbastanza, e pare non intendano o non vogliano intendere molti di me maggiori: nel riordinamento, nella razionale riforma, nella nuova creazione delle scuole che mi concederete chiamare, senza ombra di altezzoso disdegno, minorum gentium, è la salute della cultura italiana. Non illudiamo, per carità, noi stessi e gli altri in cosa di tanto momento. E se verranno dotte e geniali proposte di riforme e riordinamenti radicali delle scuole di alta cultura, senza che nulla o poco men che nulla si faccia per le altre, dite con me, senza esitazione, che son pura ciarlataneria le proposte, per rispettabili ed autorevoli che sieno i proponenti. Voi non pretendete di additare, sempre e in ogni singolo caso, le vie sicure e i modi di riordinare, di riformare, di creare ex novo; nessuno pertanto dovrà negarvi il merito di avere insistito ostinatamente su questo punto capitale di volgare, volgarissima sapienza, che il non omnia possumus omnes è non pur vero, ma desiderabile, indispensabile nella scolaresca del nostro come degli altri paesi, quali che sieno le cause del non po,sse, la ristretta fortuna o la qualità dell'ambiente domestico o la natura dell'intelligenza o la instabilità del volere, o queste ed altre cause insieme. Né vi appagate alla sterile, per quanto necessaria, constatazione del fatto: indicate anche come e dove a giudizio vostro debba ciascuno trovare all'incirca il suo passe, iniziate nella peggiore ipotesi la ricerca pifficile e lunga di codesto come e dove, lasciando ai savii, che sperabilmente non scarseggeranno, il vanto, grande anche esso, di correggervi nelle applicazioni pratiche. Eppure, nonostante tanta larghezza, profondità e coscienziosità d'indagine, un qualche peccato di omissione vi grava la coscienza. Per uno almeno di questi peccati - ed è forse il piu grave -, vorrei mi recitaste subito l'atto di contrizione. 270 BibliotecaGino Bianco

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