Risposta Il quale esagera il mio pensiero, quando mi attribuisce il desiderio che le interrogazioni sieno esclusivamente educative durante l'anno, e divengano esplorative solo nell'esame finale. Una distinzione cos1 netta non sarà mai possibile nella realtà, e tanto meno si può imporla a ·-priori al maestro. Ciò che dobbiamo chiedere agli ordinamenti scolastici è che essi non pongano il maestro in condizione da potere o - peggio ancora - da dovere durante l'anno trascurare gli esercizi educativi, per ridurre l'insegnamento a un continuo esame di erudizione. E mentre il sistema dei passaggi senz'esame, dando un valore giuridico eccessivo alle medie trimestrali, obbliga il maestro a trascurare ogni lavoro educativo, il sistema degli esami di promozione e di licenza non gl'impedisce di seguire la china facile e tentatrice dell'erudizione pappagallesca e verbale; e solo l'esame d'ammissione può rappresentare un rimedio a questo male. Cos1 non è neanche possibile una netta distinzione fra il lavoro analitico e il lavoro sintetico; non è neanche a dire quanto sia assurdo l'attuale sistema d'esami, che dice al maestro: "Voi eserciterete i vostri alunni per due mesi e mezzo nel lavaro d'analisi, e per quindici giorni nel lavoro di sintesi." Ogni lezione dev'essere un lavoro di analisi e di sintesi insieme; in ogni lezione l'insegnante, che sa il suo mestiere, deve richiamare l'una o l'altra delle lezioni precedenti; e non sempre le migliori e piu utili ripetizioni sintetiche sono quelle che si fanno a ora data, ma quelle che s'improvvisano durante le lezioni giornaliere via via che se ne presenti l'occasione o la necessità, da un insegnante la cui freschezza ed elasticità intellettuale non sia stata distrutta dalla fatica degradante delle troppe classi aggiunte e delle lezioni provate. Perfettamente ragione ha, invece, a mio vedere il Mandolfo, quando chiede che sieno esclusi dalla prima sessione di esami almeno quegli alunni, che a giudizio del maestro sieno evidentemente ed assolutamente inidonei a una prova vittoriosa. Ma questa esclusione dev'essere il frutto di una valutazione morale complessiva, e non di complicati calcoli logaritmici sulle medie trimestrali. Certo il maestro, che abbia per tutto l'anno dichiarato non idoneo un alunno, difficilmente lo ammetterà all'esame e un professore di classe superiore, che esamini un alunno la cui pagella sia ricca di dichiarazioni d'idoneità,6 andrà molto a rilento prima di rifiutarlo. Ma dal raccomandare al maestro di tener presenti i precedenti scolastici dell'alunno nel giudicarlo meritevole o non meritevole del passaggio, al trasformare il maestro in una macchinetta di operazione, nella quale i 5 e 6/10 diventano 6, e i 5 e 5/10 diventano 5, ci corre altrettanta distanza quanta fra un burocratico e un professore. Quanto al passaggio senza esami, che il Mandolfo vorrebbe concesso in premio agli alunni migliori, esso non solo renderebbe impossibile quel giudizio di ammissibilità dato dall'insegnante della classe superiore, senza 6 Il professore della classe superiore dovrebbe sempre prendere .con~scenza nell'esame di ammissione non solo del programma svolto dall'insegnante della classe mfenore, ma anche della pagella certificante tutta la precedente carriera scolastica dell'alunno. 261 BibliotecaGino Bianco
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