Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Gli esami merito .per :s., dal minimo J al massimo 5 si dovrebbero assegnare alle sole prove, m cui 1alunno avesse ottenuta la preventiva dichiarazione di idoneità. * Sarebbe, per altro, grave errore credere che si possano restaurare e conservare nella necessaria serietà degli esami, senza rimuovere nello stesso tempo quelle cause che hanno portato appunto nel passato all'abolizione degli esami. Gli esami, specialmente di licenza, quali erano ordinati nel 1860, rappresentavano un cumulo di prove scritte e orali, che oggi nessuno dei piu rigidi fra noi esiterebbe a dichiarare spaventevole e intollerabile. In questi anni a furia di successive concessioni e facilitazioni siamo arrivati al punto che esami non se ne fanno piu. Spiegare questo fenomeno col solo malnato desiderio dei ministri di rendersi popolari fra gli studenti poltroni e i babbi egoisti, sarebbe troppo semplice e comodo per poter esser vero. La verità è che nelle nostre scuole si insegnano, e negli esami, quando c'erano, si pretendeva dagli alunni la conoscenza di troppe scempiaggini perfettamente inutili: inutili, dico non nel senso dell'utilitarismo borghese dei salumai e dei fabbricanti di campanelli elettrici, ma inutili a·lla vera e seria e nobile cultura dello Spirito, che dev'essere il compito della scuola. Chi di noi, assistendo ad esami in cui gli alunni dovevano sapere a mente per filo e per segno il peso specifico di tutti i corpi, e le date precise delle due condanne di Dante e le battaglie combattute nella guerra dei trent'anni, e il colore dei peli di tutti i quadrupedi, cominciando da quelli del professore, e le regole scolastiche del sillogismo, e le sette città che avevano la malinconia di disputarsi i natali di Omero, e i metri di Orazio, e le complicate formule dei seni e dei coseni, non ha sentito sollevarsi tutta l'anima sua contro questo pazzo ed iniquo sperpero di energie a cui nelle nostre scuole noi costringiamo la gioventu? È vano quindi illuderci di potere ristabilire la serietà degli esami, se non restauriamo nello stesso tempo la serietà delle nozioni, di cui gli alunni debbono dimostrare il possesso negli esami. E per ottenere questo scopo, se è senza dubbio necessario riformare la struttura esterna delle scuole, è soprattutto necessario che si rinnovi da cima a fondo la coscienza didattica degli insegnanti. Ma a parte la necessità di questa immensa riforma, che non si può certo improvvisare dalla sera alla mattina, se vogliamo ristabilire gli esami in modo che adempiano davvero al loro ufficio, occorre che essi sieno ordinati su princip1 assai diversi da quelli che reggevano gli antichi. È universale fra noi il pregiudizio che giudice naturale dell'alunno sia l'insegnante che lo ha istruito durante l'anno. Ora questa teoria è altrettanto assurda quanto sarebbe assurda l'affermazione che il collaudatore naturale di un'opera in muratura sia il muratore che l'ha fatta o colui che ne ha avuto 251 Biblioteca Gino Bianco

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