Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Problemi educativi e sociali die inferiori col latino, e qui mentre rovinano l'insegnamento del latino, di cui non sanno che farsene, rovinano se stessi in studi che non serviranno loro a nulla, quando non potranno piu proseguire. Naturalmente, i figli delle classi benestanti sfuggono le scuole di avviamento professionale come si sfugge la pestilenza; e queste scuole servono, nei centri dove non ci sono altre scuole, a non far imparar niente per alcuni anni ai ragazzi di quelle famiglie che non hanno bisogno di mandarli subito al lavoro. Se in Italia i diritti della povera gente non fossero metodicamente trascurati da una borghesia inguaribilmente amorale, tutto il tempo e il denaro e il fiato, che si sciupa discutendo la riforma della scuola media - la scuola di quella borghesia - verrebbero impiegati a studiare i modi migliori per dare serietà alle scuole di avviamento professionale. Ma ve li figurate voi il prof. Gedda e il Padre Lombardi ad occuparsi di questo problema, con altro proposito che quello di tener lontano piu che sia possibile il popolo cristiano dalla tentazione di pensar troppo? Borghi ha raccontato con ricchezza di informazioni e penetrazione critica la storia scolastica del ventennio che precede la riforma Gentile. Se non m'inganno, egli è stato il primo a trattare quell'argomento, e credo che difficilmente altri potrà fare meglio di lui. I fatti sono quelli. Ma discutibili mi sembrano gli apprezzamenti, con cui Borghi accompagna la descrizione dei fatti. Borghi condanna la società a base di classi, e la scuola prodotta da quella società, perché le confronta con una società ideale e con una scuola ·fatta per quella società. In conseguenza non ha simpatia neanche per quel lavoro, che sul principio di questo secolo cercò di adattare meglio la scuola italiana ai bisogni di quella società che esisteva allora. Borghi ha condensato ottimamente nelle pagine 144-146 del suo libro le teorie esposte da Alfredo Galletti e da me nel 1908. "La scuola ·deve accettare la società quale è oggi costituita." "A parità d'anni e d'ingegno, il figlio del!' artiere e del bottegaio non può proseguire gli studi di pari passo con quello del negoziante, del professionista, dell'impiegato. La quantità di idee che circolano, per cosi'. dire, nell'ambiente in cui vive il secondo, la maggior proprietà del linguaggio, la maggior coerenza nel di- . scorrere sono un aiuto indiretto ma efficacissimo, di cui il primo è quasi totalmente privo: le condizioni iniziali dei due alunni sono diverse, e a volerli far correre insieme si toglie qualcosa all'uno senza dare nulla al1' altro." Il nostro programma di ricostruzione educativa - commenta Borghi - stabiliva una gerarchia di valori sociali fondata specialmente sulle condizioni economiche. Esso non rendeva del tutto impossibile gli scambi e le comunicazioni fra le varie classi della società, ma erigeva una barriera quasi insormontabile per il proletariato e la piccola borghesia verso gli alti studi e le professioni maggiori. A me non pare che quel programma "stabilisse una gerarchia di valori 1066 BibliotecaGino Bianco

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