Problemi educativi e sociali Secondo questa, i ragazzi dovevano essere tenuti per tre anm m una scuola postelementare comune a tutti; lo smistamento tra istituto tecnico, scuola moderna e scuola classica doveva avvenire dopo quel triennio, non pnma. Questa domanda della scuola unica partiva da due concetti: uno pedagogico e uno politico. Il concetto pedagogico era che occorresse ritardare la opzione fra le scuole diverse fino a quando le disposizioni dei ragazzi si fossero piu chiaramente rivelate che a dieci o undici anni. Il concetto politico era che una società democratica doveva la stessa istruzione a tutti. I sostenitori della scuola plurima affermavano che salvo casi eccezionali- non esistono fra i ragazzi disposizioni speciali per certi studi anzi che per altri; vi sono ragazzi piu o meno intelligenti; ragazzi che hanno disposizione speciale per tutti gli studi, e ragazzi che hanno la sola disposizione speciale per non studiare niente; molte volte la disposizione speciale a studiare o non studiare una materia è determinata dall'abilità o dall'asinità di un dato insegnante (quando si boccia un ragazzo, bisogna domandare se non sarebbe piu giusto bocciare il professore). La scelta della scuola postelementare è determinata dalle condizioni o dalle speranze economiche delle famiglie, e non dalla sua preoccupazione di favorire ipotetiche e ignote disposizioni speciali. Quanto alla necessità di creare nella scuola unica una scuola "democratica," i sostenitori della scuola plurima opponevano che la democrazia non consiste nel dare a tutti i piedi la stessa scarpa, ma nel dare a ciascun piede la scarpa che meglio gli si adatta. Una democrazia deve una istruzione a tutti i cittadini, non la stessa istruzione a tutti i cittadini. La divisione della società italiana in classi era un dato di fatto, che gli _ordinamenti scolastici né potevano modificare né dovevano ignorare. Mettere nella stessa scuola e somministrare gli stessi insegnamenti al ragazzo, che proveniva da un ambiente benestante, cioè portava con sé un corredo non trascurabile di cultura (libri e giornali trovati in casa, o facili a comprare, conversazioni su oggetti superiori alle necessità elementari della vita giornaliera, frequenza a teatri e concerti, ecc.), e ragazzi provenienti da famiglie, nelle quali non esisteva nessun capitale di impianto culturale, significava o sacrificare al ragazzo meno favorito, quello che partiva da una posizione iniziale migliore, oppure esporre l'insegnante alla tentazione di dedicare all'alunno, che gli dava maggiore soddisfazione, la attenzione da lui dovuta all'alunno che gli dava maggior fatica. Nel primo caso si sarebbero tagliate le gambe a chi aveva il torto di essere ricco. Nel secondo caso, sarebbe rimasto addietro chi non aveva gambe buone per seguire nella corsa il ricco. Anche le materie e i metodi di insegnamento non potevano es~ere gli stessi in una scuola, che doveva durare non piu che tre o quattro anni, e in altre scuole, le quali non solo permettevano durante piu · lunghi pe1064 BibliotecaGino Bianco
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