Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Scuola e società del problema scolastico, domandavano che quel sistema fosse meglio adattato ai bisogni di una società, che nel mezzo secolo precedente si era andata trasformando. Non condannavano in blocco quelle scuole, che nel mezzo secolo precedente avevano rappresentato un progresso gigantesco sulle miserabili scuole preesistenti. Cercavano di adattarle meglio ai bisogni di una società che non era piu quella di mezzo secolo prima. Quella società, né perfetta né definitiva, era anch'essa una società in evoluzione. I riformatori non pretendevano di costruire nella scuola una società nuova secondo le loro preferenze: affermavano solamente che la scuola non doveva rappresentare un ostacolo al formarsi di condizioni sociali meglio equilibrate ma doveva adattarvisi via via. Le riforme, che allora venivano proposte, erano: 1) creare una scuola moderna di otto anni, che sottraesse agli istituti tecnici gli alunni della sezione fisico-matematica, e svolgendosi parallela alla scuola classica, conducesse a tutte le facoltà universitarie; cioè anche a quelle di medicina, legge e lettere; 2) ridurre l'istituto tecnico alle sezioni professionali, e creare a suo servigio una scuola postelementare speciale, che sottraesse alla scuola tecnica e avviasse al nuovo istituto tecnico quella clientela che potesse rimanere a scuola fino a 17 o 18 anni; 3) quando la scuola tecnica fosse rimasta riservata a quella clientela, che non poteva andare al di là dei tre (o quattro) anni, riorganizzarla in modo da meglio adattarla agli alunni di quel proletariato superiore e minutissima borghesia, che già la frequentavano, ma vi erano sacrificati ai bisogni di chi voleva procedere negli studi dopo la scuola tecnica; 4) rendere possibile con corsi integrativi e borse di studio agli alunni che dimostrassero particolare intelligenza, il passaggio dalle scuole di cultura piu modesta a quelle di cultura piu elevata; 5) rendere piu costosa la istruzione e piu difficili gli esami agli alunni delle classi benestanti che frequentavano le scuole di cultura superiore. Queste proposte prendevano in considerazione le condizioni della società italiana quali erano diventate nel primo decennio di questo secolo, e quella corrente di cultura secondo cui le lingue e letterature moderne e le scienze potevano raggiungere effetti educativi non inferiori a quelli delle lingue e letterature classiche. Si cercava cosf di assegnare a ciascun gruppo sociale una propria scuola, con studi piu alla mano nella scuola postelementare destinata alle classi sociali piu modeste, con doveri piu rigidi nelle scuole destinate alle classi medie, e con doveri sempre piu rigidi nelle scuole destinate alle future classi dirigenti. Nello· stesso tempo si volevano aiutare a passare nelle scuole superiori gli elementi meglio dotati delle classi sociali piu modeste, non appena rivelassero speciali attitudini agli studi. A questa teoria, che chiameremo della scuola secondaria inferiore plurima, si opponeva la teoria della scuola secondaria inferiore unica. 1063 BibliotecaGino Bianco

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