Problemi educativi e sociali scuole del mezzo secolo precedente, si rinnovò e infine rientrò nella circolazione del pensiero europeo, nel primo decennio di questo secolo. Nell'Italia prefascista, autoritaria senza coerenza, e liberale per pelandroneria, coesistevano dopo la scuola elementare due scuole: un ginnasioliceo, che durava otto anni e portava a tutte le scuole universitarie, e una scuola tecnica, che dopo tre anni finiva per la massima parte dei suoi alunni, mentre ne avviava una minoranza verso l'Istituto tecnico. Questo preparava la maggior parte dei suoi alunni a professioni minori (ragioneria, agrimensura, commercio, ecc.), e ne avviava una minoranza, attraverso la sezione fisico-matematica, agli studi di matematica e ingegneria nelle università. Dalle sezioni professionali si poteva passare anche alle scuole superiori speciali di agricoltura, commercio, ecc. Sistema scolastico - osserva giustamente Borghi - che, sorto nel 1859, corrispondeva alla struttura sociale di quel tempo: scuola elementare (o niente dove non c'era) per il proletariato cittadino e contadino; scuola tecnica per la borghesia piu minuta; istituto tecnico per la piccola e media borghesia; liceo e università per le classi benestanti. Borghi condanna quella scuola, prodotto di quella società, perché la confronta con una scuola ideale, invece di confrontarla con la società e con la scuola che l'avevano preceduta. Io non posso togliermi dalla testa l'idea che nella società e nella scuola anteriore al Risorgimento, io sarei finito prete scagnozzo, o "pennarulo" di notaio; invece nella scuola sorta dal Risorgimento, e grazie a quella scuola, io potei entrare nella classe - ahimè! - dirigente. Borghi non sente quel che uomini come me sentono, quando ritornano al loro passato. Di me posso dire che non mi sento di condannare quella scuola "autoritaria" alla quale debbo tutto quanto ho potuto fare nella vita, con la stessa risolutezza che trovo in Borghi. Il sistema scolastico creato nel 1859 non era un portento di perfezione. Ricordiamoci che nel 1859 il problema da risolvere non era quello di creare su una tabula rasa il migliore sistemc;t scolastico possibile, ma quello di demolire l'autoritarismo clericale, con le forze disponibili in quel momento: forze finanziarie scarse e forze intellettuali tutt'altro che abbondanti. Che cosa era mai il personale allora disponibile per creare un nuovo corpo insegnante non dipendente dalle autorità ecclesiastiche? Nel penultimo e nell'ultimo decennio del secolo passato, c'erano ancora nelle scuole secondarie ed elementari italiane "veterani delle patrie battaglie," di cui tutti ci facevamo gioco, perché, quasi analfabeti, insegnavano storia, filosofia, italiano, tutto quanto non richiedesse la conoscenza del latino o della matematica; e anche per insegnare il latino e la matematica, era stato necessario ricorrere a disertori dei vecchi seminari. Il sistema scolastico del 1859 non era il migliore che si potesse desiderare ancora nel primo decennio di questo secolo. No davvero. E gli insegnanti, che dedicavano in quel decennio la loro attenzione alla riforma 1062 BibliotecaGino Bianco
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