Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Scuola e società gime "autoritario" gli insegnanti godevano - se ne capivano il valore - di una libertà, che non è lecito disconoscere. Borghi ha esaminato con diligenza e intelligenza gli atti dei congressi tenuti nel primo decennio di questo secolo dalla Federazione Insegnanti Scuole Medie. Mi saprebbe dire quale maggior rispetto per la libertà degli insegnanti avrebbero potuto dimostrare i governanti "autoritari" di quel tempo? Il cattolicissimo Marchese Filippo Crispolti scrisse nel 1929: Si sarebbe ingiusti verso gli uomini, che allora dominavano al ministero della Pubblica Istruzione se si credesse che i professori cattolici trovassero grandi difficoltà a essere ammessi, e dovessero superare aspre ostilità nel loro cammino universitario. Quanta era l'avversione a istituti liberi, altrettanta era la propensione a un ecclettismo per cui i professori, formatisi con un qualunque indirizzo intellettuale, insegnassero dalla cattedra quel che volevano (Corriere della sera, 18 luglio 1929). Il Crispolti spiegava quella "strana atmosfera di libertà, sia pure agnostica," concessa negli istituti legali ai singoli professori, come conseguenza del fatto che quegli istituti "preferivano l'istruzione che permette varietà, all'educazione che richiede unità." Non c'era, dunque, educazione, ma solamente istruzione, in una università, nella quale uomini di opinioni diverse insegnavano uno accanto all'altro, rispettandosi a vicenda e rispettando nei loro alunni la libertà di scegliere la loro strada secondo la luce della loro ragione. La sola educazione degna di quel nome sarebbe stata quella nella quale un corpo omogeneo di professori, dopo aver giurato fedeltà a una sola corrente di pensiero, avesse "allevato" alunni, ai quali fosse stato interdetto seguire qualunque altra corrente di pensiero (si veda il giuramento antimodernista imposto a professori e alunni nella Università del Sacro Cuore di Milano). Borghi mi dirà che il liberalismo prefascista in Italia non era rispetto veramente sentito per la libertà degli insegnanti; era piuttosto scetticismo indifferente, lasciar andare, riluttanza ad affrontare difficoltà, desiderio di evitare proteste e seccature. Ma la povera natura umana è quello che è. E il sistema - o assenza di sistema - prefascista era senza dubbio preferibile a un sistema coerente come quello vagheggiato dal Marchese Crispolti, e poi instaurato dai fascisti e che probabilmente sarebbe instaurato anche dai comunisti o dai clericali alla Padre Lombardi. Quell'autoritarismo liberale fu un autoritarismo "secolare," e sostitu1 il tradizionale autoritarismo "ecclesiastico." C'è un autoritarismo meno peggio, e un autoritarismo piu peggio. Descrivere un mondo ideale, e condannare ciò che non corrispc;mde a quell'ideale, è facile sulla carta. Ma esiste ed esisterà mai nella realtà quel mondo ideale, in nome del quale condanniamo realtà meno peggiori di altre? Attraverso le incoerenze di quella "istruzione non educazione," organizzate da quell'autoritarismo secolare, la cultura italiana, che era stata ridotta a uno stato miserevole dalla famosa "educazione" clericale nelle 1061 BibliotecaGino Bianco

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