Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Scuola e società una parte di essi, aderendo a correnti culturali formatesi fuori della tradizione, rinnova qualche frammento dell'edificio antico, e costringe i colleghi ritardatari ad affrettare il passo. La "scuola" è prodotta dalla società. E pretendere da essa, cioè dagli insegnanti, una funzione anticipatrice di una società diversa da quella, in cui vivono, è domandare l'impossibile. Io vado piu in là. Io mi domando se l'insegnante ha il diritto di anticipare nello spirito dei suoi alunni una società che non esiste ancora. Qual è l'ufficio dell'insegnante? Quello di addomesticare l'alunno, o quello di educarlo all'autonomia del pensiero e della volontà? Borghi dà a questa domanda una risposta identica a quella che dò io: educarlo all'autonomia del pensiero e della volontà. E allora può l'insegnante educarlo a un ideale sociale, che è quello dell'insegnante, ma potrebbe domani non essere quello dell'alunno? Per un insegnante ammiratore di Padre Lombardi, la società migliore sarebbe quella che c'era quando viveva papa Gregorio XVI buonanima. Per un ammiratore di Togliatti la società migliore sarebbe quella educata al culto di Stalin. Per me - e credo anche per Borghi - la società migliore si avvicinerebbe piu che fosse possibile all'ideale di Cattaneo e di Kropotkin. Ciò posto, gli alunni di Padre Lombardi saranno educati a voler scannare gli alunni di Kropotkin, e viceversa? Borghi aspetta dalle iniziative libere la creazione di scuole che antic1prno una società migliore. Perciò invoca la moltiplicazione di gruppi, cenacoli, circoli, associazioni, che creino nuovi istituti con nuovi metodi educativi. - Sia. - Ma allora anche le scuole - cioè gli insegnanti - che non vogliono rinnovar niente, debbono essere libere. E allora l'anticipazione della società futura dove se ne va? A parte quel che Padre Lombardi farebbe in una scuola manovrata da lui, io non so prevedere la società che una scuola da me manovrata dovrebbe o potrebbe anticipare. Se Borghi cercasse di risolvere questo, secondo me, insolubile problema in una scuola privata, da lui personalmente gestita, forse smentirebbe il mio scetticismo e riescirebbe a costruire una scuola degna di essere imitata da tutte le altre. Gli dirò, anzi, in un orecchio, che se non portassi sulle spalle il peso di 79 primavere, io gli domanderei di lasciarmi partecipare al suo esperimento, dato che la scuola vagheggiata da lui sarebbe in fondo una scuola libertaria. Beninteso che la "rivoluzione" degli anarchici sembra a me, come anche, credo, a Borghi, una parola vuota di senso, se si pretende tanto che la nuova società libertaria sia incubata dalla nostra scuola, quanto che possa nascere da una crisi che faccia tabula rasa· del passato e costruisca la società nuova secondo le nostre ricette. Beninteso che non presenterei mai ai miei alun- · ni il figurino bello e pronto della società futura, che non conosco, ma solo cercherei di educarli ad affrontare i doveri di oggi con intelligenza sveglia e con vigile senso morale. 1057 34 BibliotecaGino Bianco

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