Problemi educativi e sociali storia. Il libro da mesi aspetta sul mio tavolo che io ne parli. E sempre qualche altro impegno è venuto a deviarmi da quel proposito. Per essere sincero, debbo dire che non mi sarebbe stato facile fare quella recensione. Il Borghi parla qua e là di me, senza dirne tutto il male che forse merito. Ora coprire di fìori chi vi ha coperto di fìori, può parere una operazione, difficile, almeno per me, di mutuo incensamento. A un tratto mi è venuta un'idea, sulla quale mi sono precipitato come la miseria sul mondo. Nel libro del Borghi vi sono alcuni punti, dai quali dissento. Invece di fare una recensione laudativa, che può parere non disinteressata e che ad ogni modo lascerebbe il tempo che trova, perché non impiantare su quei punti una discussione, che può riescire utile? Discutiamo dunque. I Borghi attribuisce alla scuola l'ufficio di educare alla spontaneità, alla tolleranza, alla cortesia, all'amicizia, al sentimento dell'eguaglianza umana: questo egli chiama "la liberazione dell'uomo." Chi non è abbrutito da nessun fanatismo totalitario - poco importa se ecclesiastico o secolare, e se il totalitarismo secolare sia fascista o comunista - sarà d'accordo con lui. Ma Borghi afferma pure che "la nuova scuola deve mirare alla formazione di una società universale nei suoi scopi" (p. 326). Qui non vedo chiaro dove egli voglia arrivare. Non che io rifiuti l'ideale della universalità: tutt'altro. Ma s1 può imporre quell'ideale alla "scuola"? "S 1 " ' I L " I " ' f d 1· . cuo a e paro a astratta. a scuo a concreta e ormata ag 1 msegnanti in carne ed ossa. . Forse io mi lascio deviare da qualche inconsapevole vanità professionale. Ma in piu che mezzo secolo di esperienza, italiana e non italiana, mi sono persuaso che fra gli insegnanti universitari, secondari ed elementari si trova il meglio che la società contemporanea possa produrre in tutti i paesi (almeno nei non comunisti che mi illudo di conoscere). Beninteso che fra gli insegnanti, come in tutte le classi sociali, vi sono conformisti e novatori, e i conformisti sono assai piu numerosi che i novatori. E beninteso che non tutti i conformisti sono tali per sciocca servitu verso la tradizione: ve ne sono che, non meno dei novatori, rimangono legati alla tradizione per volontà consapevole, in seguito a meditazioni personali. E anche fra i novatori, molti, pur avendo rinnovate aree piu o meno vaste del proprio pensiero - lasciamo andare se in meglio o in peggio - conservano frammenti piu o meno estesi della tradizione impastati colle loro conquiste personali. In altre parole, gli insegnanti (" la scuola") consegnano di regola alle nuove generazioni la cultura ereditata dalla tradizione; ed • è molto se 1056 BibliotecaGino Bianco
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