Che fare? dieci anni uomini migliori che noi non siamo. Non pretendiamo neanche che essi adottino per sempre tutte le nostre idee: desideriamo solo che imparino a osservare e ragionare meglio che noi non osserviamo e ragioniamo. Se a un certo punto della via si staccheranno da noi e rifiuteranno le idee nostre, sarà questo il frutto migliore dell'opera nostra, se potremo dire a noi stessi di avere contribuito col nostro lavoro a renderli meglio informati, piu coscienziosi, meno deboli, piu seri di noi. Venendo, ora, agli amici, le cui lettere abbiamo pubblicate, noi rinviamo il Miles studens a quanto abbiamo scritto nel numero passato del1' Unità sui nostri propositi per i prossimi anni. Noi eravamo già pervenuti, per conto nostro, già prima che il Miles studens ci scrivesse, a riconoscere che il problema della cultura è divenuto ora piu che mai il problema base della nostra vita nazionale odierna. E se il M iles studens vorrà contribuire al nostro lavoro, sarà fra noi il benvenuto. Quanto all'idea del tenente Nugnes, di invocare dal governo provvedimenti perché la propaganda fra i soldati sia in questi mesi diretta a preparare il loro spirito ai nuovi doveri della pace, noi speriamo che il nostro giovane amico vorrà riconoscere che a noi non è possibile accettarla. Noi non crediamo che il governo possa fare oggi nulla di buono. Qualunque idea cada nelle mani della nostra burocrazia civile e militare e dei nostri politicanti, è destinata ad essere soffocata o deturpata. Se qualcosa di buono si è fatto per la propaganda fra i soldati in quest'ultimo anno, il merito è stato tutto di alcuni generali, che hanno saputo scegliere alcuni uomini, mentre il famoso governo, atterrito dal disastro di Caporetto, si avvedeva finalmente della necessità della propaganda e faceva... circolari. Dove si è trovato qualche generale intelligente e qualche propagandista intelligente, le cose sono andate bene. Dove sono mancati gli uomini, anche gli uffici P. non sono stati che fabbriche di imboscati e di medaglie al valore. Perché dunque rivolgersi al governo? Fate, fate, fate. Ognuno per conto suo faccia nel proprio ambiente come meglio può, sicuro che moltissimi altri fanno altrettanto, ciascuno nel suo ambiente, nell'esercito e nel paese. Queste iniziative individuali, però, debbono coordinarsi. Ed ecco la necessità delle associazioni fra gli ex-combattenti, di cui parla il Nugnes; ecco l'altra idea del tenente Tarello, di un convegno fra gli amici dell'Unità. Noi non abbiamo né l'autorità né il tempo per promuovere associazioni fra gli ex-combattenti, che del resto si moltiplicano spontaneamente da ogni parte. Ma un convegno fra -gli amici dell'Unità sembra anche a noi utile, anzi necessario. Perciò ne accettiamo, senz'altro, l'idea, integrandola nel senso che sarebbe opportuno un convegno, a cui partecipassero anche persone aderenti ad altri gruppi di studio affini al nostro. Il convegno, per altro, non potrà essere tenuto se non quando la smobilitazione sia abbastanza avanzata, affinché vi partecipino nel maggior numero possibile gli 1051 BibliotecaGino Bianco
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