Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Che fare? Affronti con passione i problemi creati alla scuola dalla guerra e cerchi di risolvere questi con serietà. Alla soluzione dei problemi scolastici del dopo guerra provvederanno i suoi successori. Che fare?1 Il frutto migliore della guerra Ecco quattro lettere, scritte negli stessi giorni, da quattro diversi ufficiali di complemento, senza che l'uno sapesse degli altri. Sono documenti assai interessanti delle preoccupazioni morali acutissime, che in una grande parte della nostra borghesia intellettuale, nella parte migliore, si sono andate maturando in quattro anni di prove dolorose, e si sono intensificate e rivelate definitivamente nei giorni della vittoria. Quelle preoccupazioni morali sono il piu bello e il piu promettente resultato dei quattro anni di guerra. Non mai nella storia d'Italia gli uomini delle classi intellettuali si erano trovati, nel loro insieme, a contatto con la moltitudine anonima dei nostri contadini: un abisso di incomprensione e di indifferenza aveva sempre separato le due classi: erano quasi due razze diverse che vivevano l'una accanto all'altra, l'una al di sotto dell'altra, nello stesso territorio, che si chiamava, ma non era, la patria di entrambe. La guerra ha rimescolate queste due razze: il giovane studente, sfuggito appena alle gonnelle della mamma, e il richiamato che aveva lasciato a casa l'aratro, la moglie e i figli, hanno vissuto per quattro anni la stessa vita di pericolo e di sofferenza e di sforzo: hanno dormito nello stesso fango; hanno mescolato insieme il sangue delle loro ferite; si sono conosciuti, si sono sentiti uomini, si sono amati come fratelli. Oggi noi vediamo ciò che senza la guerra non avremmo mai visto: il giovane studente di venti anni parla dei "suoi soldati," fra cui ci sono uomini di quarant'anni, con rispetto, con venerazione, con un lampo di amore negli occhi. I legami sorti in trincea fra la borghesia intellettuale e il proletariato rurale non si spezzeranno piu. E da questi legami sorge la _preoccupazione morale angosciosa, di cui le lettere che pubblichiamo, sono il documento. Sapremo noi dare la pace a questa moltitudine che ci ha data la vittoria? l'abbandoneremo, dopo essere vissuti con essa in comunione di stenti e di ansie, agli artigli dei 1 Pubblicato in "L'Unità," 11 gennaio 1919, firmato: "L'UNITÀ." [N.d.C.) 1047 BibliotecaGino Bianco

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