Problemi educativi e sociali spicciole di igiene e di procedura giudiziaria e di storia internazionale e di arte e di mille altri generi, voi assorbite giorno per giorno, senza avvedervene, senza fatica alcuna, leggendo -qn giornale ben fatto. Anche sè non vi proponete altro che sciogliere una sciarada, siete costretti a raccogliere quattro o cinque informazioni storiche o geografiche o scientifiche, dovete consultare dizionari ed enciclopedie, dovete mettere a contributo la cultura dei vostri amici per interpretare le metafore e le allusioni su cui la sciarada si fonda. E sono tanti materiali nuovi, che entrano cosf nella vostra cultura. Quanti di noi la geografia della penisola balcanica l'abbiamo appresa da cima a fondo o l'abbiamo ristudiata sul serio nei mesi passati, via via che seguivamo sulle carte piu o meno particolareggiate, pubblicate dai giornali, i progressi delle truppe della Quadruplice e le disfatte delle truppe turche! Se le notizie che leggiamo sui giornali, per esempio, del1' Albania, dovessimo interpretarle con le sole informazioni che immagazzinammo una volta a scuola, è certo che ci troveremmo assai impacciati a cavare da tutto quel groviglio di nomi nuovi un qualunque costrutto. Vuol dire questo che la scuola sia stata inutile? Vuol dire che la scuola - stando sempre all'esempio della geografia - per esserci utile, avrebbe dovuto farci imparare a memoria in precedenza tutti i nomi di tutta la superficie terrestre, per tenerli pronti sotto la punta delle dita e localizzare immediatamente qualunque guerra o scaramuccia e qualunque incidente di qualunque genere, che possa occorrere giorno per giorno dalla Tripolitania alla Persia, dalla Cina al Marocco? Sarebbe grave errore pensare cosL La scuola, se è stata ben fatta, ci ha fatto comprendere l'importanza del fattore geografico nella storia; ci ha insegnato a leggere le carte geografiche e ad interpretarne immediatamente i simboli convenzionali; ci ha dato alcune idee fondamentalissime e generalissime sulle distanze, sui climi, sulla forma della superficie terrestre, sulla distribuzione delle masse continentali, sui regimi politici ed economici, ecc.; e sotto la luce di queste idee generali, le notizie piu minute e impreviste, che giungono a noi giorno per giorno, acquistano significato, colore, vita: quasi quasi non ci sono neanche impreviste; le troviamo naturali; oppure escludiamo senz'altro che sieno vere; oppure dubitiamo che possano esser vere. La scuola - se è ben fatta - ci ha date le chiavi per aprire le serrature; ci ha date le bussole per dirigerci sul mare dei fatti, e per metterci in guardia contro le affermazioni poco attendibili o del tutto mendaci; ci ha dato il senso delle proporzioni e della prospettiva; ha preparato il nostro pensiero a ricevere via via i germi, che poi hanno fruttato; ha educato in noi il gusto e la disciplina dello studio; ci ha insegnato il modo di imparare per conto nostro, via via che se ne presentava il bisogno o l'opportunità. Tutte le conoscenze, che possono esserci comunque necessarie o utili o piacevoli nella vita, ce le procuriamo poi noi, per conto n_ostro, dopo 1036 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==