Problemi educativi e sociali ogni contatto di simpatia coi suoi simili. La dottrina si accumula a scapito della vera cultura. Lo specialista, in questi casi, uccide l'uomo. In generale lo specialismo è ritenuto malattia professionale di coloro soli che si dedicano alla scienza pura: e piu specialmente dei professori. E certo questa deformazione psicologica è assai comune fra quelli che vivono per la scienza e per l'insegnamento. Ma essa è assai diffusa in tutti i gruppi sociali. Il banchiere che vive assorto nell'unica preoccupazione' della ricchezza, e, senza badare né a destra né a sinistra, accumula affari su affari, e denaro su denaro, distruggendo in sé ogni vita interiore; il magistrato, che concentra tutto lo spirito umano nel codice di procedura, e guarda con occhio vitreo l'infinito turbinio .di miserie che la vita gli porta dinanzi, non preoccupato di altro che di classificarle e colpirle meccanicamente, conforme agli articoli della legge; l'ingegnere, il quale non vede intorno a sé che macchine da costruire, formule da applicare, attriti da vincere, e non pensa che dietro alle macchine ci sono uomini che sentono e pensano e soffrono, e che non gli uomini son fatti per le macchine, ma le macchine devono servire gli uomini; il militare, che nella vita di caserma si avvezza a concepire tutto il mondo come una caserma, e porta l'abitudine del comando indiscusso e il bisogno della obbedienza immediata anche dove quell'abitudine e quel bisogno sarebbero fuori posto e pericolose: costoro sono anch'essi né piu né meno che specialisti unilaterali, nei quali è avvenuta una deformazione psicologica analoga a quella che comunemente si attribuisce ai soli scienziati. · E appunto ad evitare i danni grandi e piccoli, che produce nella vita del pensiero e nella vita pratica l'eccessivo restringersi del raggio intellettuale, è necessario, oltre alla cultura professionale e speciale - sapere cioè tutto di una cosa sola - un largo e molteplice corredo di informazioni di tutti i generi - sapere cioè qualcosa di tutto -, al cui acquisto· dobbiamo essere condotti dal desiderio, libero disinteressato umano, di coltivare il nostro spirito, di estendere il campo delle nostre conoscenze, di vivere, oltre la vita nostra, la vita dei nostri simili. E quest'insieme di nozioni non strettamente professionali, le quali non hanno nessuna funzione utilitaria nella vita, le quali hanno un ufficio diciamo cos1, ornamentale; quest'insieme di nozioni noi lo chiamiamo per lo . ' " 1 1 " E 1 h 1 1 h. . ' 1 " 1 " pm cu tura genera e. qua c e vo ta o c 1amiamo senz a tro cu tura, quasi per indicare che la cultura vera non consiste in quel nucleo di nozioni dai confini relativamente prec1s1 e circoscritti, che ci occorrono nella nostra speciale professione, ma comincia appunto dove finisce l'utilità professionale. Per un contadino, il semplice saper leggere e scrivere è cultura. Per lo scienziato il saper leggere e scrivere è nulla: la cultura incomincia- infinitamente piu in là. Quelle che nel medico sono nozioni professionali e non costituiscono cultura, diventano cultura non appena si trovano nel patrimonio intellettuale di un avvocato. E viceversa, le conos<!enze giuri1030 BibliotecaGino Bianco
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