Problemi educativi e sociali nostre parole, che egli riproduce, la intenzione di diffondere sulla "Umanitaria" una ingiusta leggenda. L'articolo, di cui si duole l'Osimo, discuteva un problema di politica generale: quello delle facilità, che hanno i Comuni ricchi, di assorbire i fondi insufficienti, che lo Stato stanzia per la istruzione popolare, e che sarebbe giustizia fossero impiegati ad aiutare anzitutto i Comuni poveri. La campagna iniziata dalla "Unione italiana dell'Educazione Popolare" per l'aumento delle spese per l'istruzione popolare, minaccia di perpetuare queste abitudini inique. L'atteggiamento dei condottieri dell'Unione nel Convegno di Roma fu proprio quello di persone che trovano conveniente che quelle abitudini continuino. E per chiarire meglio la mia critica al loro atteggiamento, feci una ipotesi: quella che !'"Umanitaria" di Milano voglia fondare biblioteche, asili, ecc. e chieda i mezzi per queste istituzioni non agli enti locali, ma al governo centrale. E affermai e affermo e affermerò che !'"Umanitaria," se agisse cos1, quando lo Stato non ha ancora dato le prime elementari necessarie a migliaia di piccoli e poveri Comuni italiani, commetterebbe opera cli ingiustizia nazionale. E meno che mai l'Osimo può attribuirmi la intenzione di attribuire alla "Umanitaria" una qualunque responsabilità perché lo Stato non ha ancora stanziato i fondi necessari per dare le prime tre elementari a tutti i Comuni della Sicilia, della Calabria, della Basilicata. La responsabilità è dei deputati, e dei Comuni poveri: i primi, che soddisfatti di trovare nelle leggi quel che occorre ai loro Comuni, non chiedono altro; i secçmdi, che non hanno ancora capito il meccanismo recondito di certe leggi, e le votano supinamente, credendo di favorire i loro Comuni, mentre favoriscono sempre i Comuni privilegiati. L'"Umanitaria," che io mi sappia, non è un deputato. Caso mai, la sua responsabilità comincia quando il suo Segretario Generale mette in dubbio con un interrogativo fra parentesi il fatto molte volte documentato: che le leggi per l'istruzione popolare sono state sempre accompagnate da stanziamenti non sufficienti, e che questi stanziamenti sono stati ben presto sequestrati dai Comuni meglio attrezzati per questo genere di requisizioni. Né nel mio spirito né nelle mie parole c'è ombra di ostilità contro !'"Umanitaria" di Milano, di cui ammiro l'opera. Ciò che io ho affermato nel Convegno di Roma e sull'Unità e continuerò ad affermare, è che lo Stato italiano non deve spendere un solo centesimo per provvedere a quei bisogni della cultura popolare, che sieno superiori a ciò che è ritenuto minimo indispensabile per tutti - cioè alle prime tre elementari - se non ha compiuto pienamente il suo dovere verso quei Comuni che non hanno le prime tre elementari: compiuto questo dovere per tutti, lo Stato procederà a soddisfare gli ulteriori bisogni per tutti; in attesa, gli enti locali dei Comuni piu ricchi debbono provvedere a loro spese alle necessità superiori della cultura popolare. La opinione dell'on. Callaini, il quale vorrebbe che lo Stato desse al1028 BibliotecaGino Bianco
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