Gaetano Salvemini - Scritti sulla scuola

Ricchi e poveri tuo articolo sulla Cultura Popolare senz'alcun commento. Vedo, ora, che l'Educazione Nazionale riproduce, a sua volta, il tuo articolo, e non certo a tua insaputa; ed io non posso col mio silenzio accreditare la leggenda che tu vieni diffondendo sul conto dell'"Umanitaria," come se !'"Umanitaria" assorbisse per sé, per le sue istituzioni scolastiche, i denari dell'intera Nazione! Tanto può credere chi legga le tue parole: "Se, per esempio, l'Umanitaria di Milano, cosi benemerita della cultura popolare, vuole fondare biblioteche per chi ha fatto già la sesta elementare, ed asili d'infanzia per chi subito dopo troverà le scuole elementari, e scuole professionali e università popolari per gli operai delle industrie che hanno conquistato le otto ore e il sabato inglese; nessuno deve impedirle di chiedere i fondi necessari per queste istituzioni al Comune di Milano e alla Provincia e alla Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde, e alle organizzazioni operaie e padronali, mentre lo Stato deve lavorare, coi denari dell'intera nazione, a suscitare gli inizi dei movimenti di cultura nei Comuni piu ritardatari." E ancora: "Quel che non sarebbe giusto, è che Io Stato dia del denaro all'Umanitaria di Milano per fondare biblioteche, e scuole professionali, e università popolari, ecc. mentre non ha ancora stanziati i fondi necessari per dare le prime tre elementari a tutti i comuni della Sicilia, della Calabria, della Basilicata." Evidentemente tu hai potuto dettare queste parole di colore... piuttosto gng10, perché non sei sufficientemente informato sull'attività dell'Umanitaria. Dirò, dunque subito, che se all'Umanitaria fa capo tutto il movimento di educazione popolare in Italia, non è esatto che essa fondi università e biblioteche popolari. La Società Umanitaria svolge, per altro, direttamente, una discreta attività nel campo della istruzione e della educazione popolare, o meglio essa è anche un laboratorio di esperienze scolastiche, ed ha "Case dei bambini" e Scuole professionali propriamente dette. Le sue Scuole, in quanto sono istituti sperimentali, in quanto tendono, cioè, a saggiare la bontà e l'efficacia dei metodi piu razionali e moderni di studio e di lavoro, compiono un'opera che non si esaurisce nell'ambito locale, ma può estendersi, come guida, orientamento e propulsione, a tutto il movimento educativo nazionale. Trova strano ed ingiusto l'amico Salvemini, che a quest'opera, oltre gli Enti locali, dia il proprio concorso anche lo Stato? Concorso - sia ben chiaro anche questo punto - assai limitato, e, oserei dire, sproporzionato agli sforzi che !'"Umanitaria" sostiene per attuare il suo programma. E provo, non asserisco. Quando l'onorevole Callaini presentò la relazioni del Bilancio 1917-18, e studiò i problemi che si riferiscono allo sviluppo dell'istruzione professionale, nell'esaminare l'estensione dell'art. 3 del D. L. 10 maggio 1917, n. 896 (articolo relativo alle istituzioni di beneficenza che per le tavole di fondazione devono concorrere all'istruzione delle classi operaie), cosi si espresse: "Soltanto le istituzioni di Milano: Umanitaria, Scuole professionali femminili ecc. avrebbero diritto ad un sussidio di circa lire 100.000." Per essere piu esplicito aggiungerò che il sussidio annuo dello Stato alle scuole professionali dell'Umanitaria non arriva alle 20.000 lire (venti mila). Da ciò chiunque può arguire come sia piuttosto ardito processare l'Umanitaria, perché Io Stato "non ha ancora stanziato ( ?) i fondi necessari per dare le prime tre elementari a tutti i comuni della Sicilia, della Calabria, della Basilicata" I Affido alla tua cortesia la pubblicazione di questi schiarimenti, che m1 sono sembrati, alla fine, necessari e, per parte mia, doverosi. Con ringraziamenti e saluti cordiali. Tuo aff.mo A. Os1Mo Postilla Se non c'inganniamo, non noi, ma l'amico Osimo si è fatto prendere la mano dal suo affetto paterno per l"'Umanitaria," vedendo nelle 1027 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==