Un convegno per l'educazione popolare considerando che l'insufficienza dei mezzi finora erogati alle singole provmc1e, e le condizioni di minor preparazione dei comuni rurali, han fatto sf che la maggior parte dei fondi stessi rimanesse fatalmente assorbita dai bisogni dei comuni maggiori, con danno evidente di regioni e di zone che piu avrebbero avuto bisogno di aiuto. Il comma III fu soppresso. Invece del comma IV si approvò: considerano che, rimanendo ineseguite le vecchie leggi e creandone di nuove in modo che fossero lasciati i piccoli comuni in condizione da non poter approfittare né dei vecchi né dei nuovi benefici, si compirebbe opera non equa, e che è necessario, pur facendo sf che continuino a progredire i grandi comuni nelle istituzioni rispondenti al piu alto livello di cultura popolare, assicurare assolutamente ai comuni minori e alle popolazioni rurali il fabbisogno finanziario e la possibilità pratica di servirsene per le necessità mai soddisfatte della scuola popolare. In fìne del comma VI s1 aggmnse: e che lo Stato crei rapidamente e metta in grado di funzionare gli organi che si sostituiscano ai comuni piu tardi, controllandone i bisogni in materia di scuola popolare, e attuando i provvedimenti necessari ove i comuni stessi non presentino entro certi limiti di tempo le proposte e richieste cui hanno diritto. Quale significato ha quest'ordine del giorno? Perché suscitò tante obbiezioni? Perché fu necessario alla maggioranza del convegno mettere in opera tanta testardaggine per vincere i tentativi dilatorii dell'ufficio di presidenza e di una parte dei congressisti? La spiegazione si trova quando si consideri che l'ordine del giorno, in cui sono enumerati tutti i bisogni della cultura popolare, non potrebbe essere realizzato senza centinaia di milioni di stanziamenti annui, se si volesse provvedere ai bisogni di tutta l'Italia. Ora tutti sappiamo, per quanto l'abitudine di maneggiare i miliardi sia divenuta universale nel mondo, tutti sappiamo che quelle centinaia di milioni non ci sono: è giunta la settimana delle vacche magre. Si sono spesi tanti miliardi per la guerra, bisogna spenderne altrettanti per la pace, ripetono ad ogni passo rivoluzionari sinceri e demagoghi elettorali. Ma appunto perché si sono spesi tanti miliardi per la guerra, bisogna convincersi che non se ne potranno spendere altrettanti per la pace: perché buona parte di quei miliardi li abbiamo avuti in prestito dall'estero, che ce li ha dati per una impresa di interesse comune, com'era la guerra, e non continuerebbe a darceli per le faccende che riguardano noi soli, come l'analfabetistmo popolare: e invece di continuare a far nuovi debiti, dobbiamo da ora in poi pagare gl'interessi dei debiti già fatti. Sono verità elementari, che si com- . prendono da qualunque persona di buon senso, e che tutti dobbiamo avere la lealtà e il coraggio di ripetere ad alta voce, per dissipare illusioni a cui ben sappiamo che non può corrispondere nessuna realtà. 1023 BibliotecaGino Bianco
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